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Politica

Se Iv accusa Calenda di aver provocato la rottura, l'ex ministro allo Sviluppo economico smorza i toni e a chi gli chiede della spaccatura risponde: "Ma figuriamoci"
2 minuti e 26 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - Tra lo scirocco e il libeccio, i venti che spirano su Roma in queste ore stanno spazzando via un partito che ancora doveva nascere. Perché oramai sembra mancare solo l'ufficialità: Italia Viva e Azione sono a un passo dalla rottura. Che sia definitiva o no, non è ancora dato sapersi ma quello che è certo è che Matteo Renzi e Carlo Calenda tra battute, battutine e frecciate, non riescono a trovare la quiete, ma solo la tempesta. 

Le responsabilità tra i due leader si rimpallano, tra accuse più o meno velate. Se Iv accusa Calenda di aver provocato la rottura, l'ex ministro allo Sviluppo economico smorza i toni e a chi gli chiede della spaccatura risponde: "Ma figuriamoci". Tra i motivi di scontro le ipotesi circolate sulle intenzioni di Matteo Renzi di assorbire Forza Italia e il suo ruolo di direttore de "Il Riformista". Nuova carica che, a quanto sembra, non è piaciuta a Carlo Calenda. 

Ma forse, per i più avvezzi, la spiegazione potrebbe essere più semplice: incompatibilità politica e personale tra due caratteri troppo egocentrici ed egocentrati, in un mondo, quello politico, che non può fare sconti a nessuno. E forse, il passo indietro dell'ex presidente del Consiglio, che ha lasciato carta bianca al Carlo nazionale, non è mai stato convinto, perché non è nell'indole di Renzi lasciare agli altri decidere. I sondaggi, che non decollano, e le ultime batoste alle Regionali del Friuli Venezia Giulia hanno poi scoperchiato il vaso di Pandora

"Chiunque si riveda nei valori del Terzo Polo non può concepire di avere due partiti separati. È una posizione inconcepibile che va a contrasto con quello che stiamo facendo qui in comune con Italia Viva - commenta a Primocanale Lorenzo Pasi, capogruppo di Genova Domani in quota Azione -. Noi lavoriamo a livello politico anche fuori da qui. Io credo che non ci siano ragioni politiche ma solo personali, sappiamo che i nostri due leader sono esuberanti ma credo che le ragioni siano solo quelle". Insomma, nonostante quello che sta accadendo a Roma, il messaggio di Pasi è chiaro: "Noi continuiamo a lavorare con il sindaco Bucci e le forze centriste per proseguire verso quel percorso intrapreso l'anno scorso".

"Come diceva una vecchia fiction, l'amore non è bello se non è litigarello". Smorza i toni l'assessore comunale Mauro Avvenente, esponente genovese di Italia Viva. "Credo ci sia bisogno di esigenze e spazi per una forza liberal democratica e riformista. Sarà anche necessario capire cosa succederà in Forza Italia, io mi auguro che siano scaramucce di carattere politico, ci sono le possibilità per far valere le idee riformiste. Il riformismo in Italia non ha mai avuto fortuna ma è l'unica possibilità di stare bene in Europa, come dimostrato da Draghi in passato" aggiunge Avvenente. 

Come dire, Genova chiama Roma e chiede a Renzi e Calenda di non spezzare il progetto, facendo nascere altresì il tanto famigerato partito unico. Chissà se dalla capitale, i due leader "burrascosi" riusciranno a trovare una sintesi, pacifica

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