GENOVA - L'annuncio del ritorno nel Partito democratico di Luca Pastorino, che aveva abbandonato i dem nel 2015 dopo la rottura con Raffaella Paita e la candidatura alle Regionali, sta agitando le acque, mai calme, del partito. Il deputato del Gruppo Misto, dopo una lunga riflessione, si è detto pronto a rientrare nel Pd di Elly Schlein, con cui Pastorino ha un rapporto diretto da anni. Proprio lo scorso inverno il sindaco di Bogliasco ha trainato in Liguria, insieme al segretario provinciale Simone D'Angelo e al consigliere regionale Armando Sanna, alla vittoria la segretaria.
Nei giorni scorsi è stato lo stesso Luca Pastorino a spiegare che "sarà proprio Elly Schlein a consegnarmi la tessera del partito". La reazione dei suoi ritrovati compagni è stata tiepida, in attesa di capire quali saranno le mosse del deputato. E tra i bookmakers della politica c'è chi punta sulla candidatura a presidente alle elezioni regionali che andranno in scena tra due anni.
"Bisogna vedere se poi avviene perché è l'ennesimo annuncio di iscrizione, forse è meglio che diventi un iscritto del Pd e a quel punto mettiamo in chiaro quali sono i rapporti - commenta a Primocanale Pippo Rossetti, appartenente a base riformista e che aveva appoggiato la candidatura di Stefano Bonaccini -. Pastorino non ha solo partecipato al congresso del Pd sostenendo Elly Schlein, ma ricordo che è stato un grande protagonista della disfatta del centrosinistra nel 2015, oltre ad aver contribuito alla sconfitta predisposta nel 2020, ed è sempre stato sotto l'ala di un'area del Pd ligure".
La partita, per il Partito democratico ma più in generale per il centrosinistra, si dovrà giocare non solo sui nomi, ma anche sui tempi, perché le ultime tornate elettorali hanno dimostrato che la rincorsa all'ultimo minuto non ha portato i risultati sperati. E per farlo, spiega Rossetti, "è necessario fare chiarezza sui posizionamenti, perché Pastorino è nato con Burlando, poi ha fatto bene il sindaco, e se si vuole ricongiungere con il Pd dovrà contribuire alla candidatura giusta".
Insomma, un messaggio neanche troppo velato da parte del consigliere regionale, che non nasconde alcune perplessità. "Abbiamo due anni per trovare la candidatura adatta e per vincere le regionali, dando un nuovo orizzonte alla Liguria. Luca Pastorino potrà quindi partecipare, a meno che questa sua iscrizione non sia dovuta a una volontà di candidarsi di nuovo come presidente, ma questo potrà dircelo lui nei prossimi mesi".
Arriva poi la stoccata, neanche troppo celata, di Pippo Rossetti a Luca Pastorino. "Io penso che chi ha perso non debba ricandidarsi perché ha già avuto il responso degli elettori, ma questa è una regola generale che deriva da un po' di esperienza politica, mentre invece noi dovremmo concentrarsi su come uscire dalle sabbie mobili di questo centrodestra". Da una parte il contrasto alla giunta Toti, dall'altro il mea culpa per non riuscire, oramai da anni, a riprendersi o a mantenere le roccaforti di sinistra.
"La responsabilità nostra è quella di uscire da conflitti interni e provare a vedere, magari anche tramite le primarie, chi può interpretare quel sentiment di cambiamento e di modifica della situazione. Siamo chiamati a introdurre politiche nuove in molti settori, tutti speriamo come Godot nelle grandi infrastrutture e in nuovi importanti investimenti per la Regione" ha concluso Rossetti. "Aspettando Godot" di Samuel Beckett per il Pd, un'opera che sa più di ispirazione, ma non troppo direbbe qualcuno. E allora le primarie per le Regionali 2025 potrebbero essere la strada maestra per uscire dall'impasse della scelta del candidato presidente. A patto, commentano nei corridoi del consiglio regionale, che poi "tutti" accettino il nome del candidato o della candidata, e che "tutti" remino dalla stessa parte.