GENOVA - Come ogni inizio settimana è tempo di sondaggi, ovvero quelli commissionati da Primocanale a Tecné. L'obiettivo è quello di misurare la temperatura della città per quanto riguarda gli aspetti centrali della vita sotto la Lanterna, a partire dalle infrastrutture, fino ad arrivare ai servizi, per giovani e anziani.
Abbiamo chiesto ai genovesi se dal punto di vista della qualità della vita, dei servizi e delle possibilità di assistenza Genova è una città adatta agli anziani. Per l'88% degli intervistati sì, Genova è una città per anziani, l'8% invece ha risposto di no e solo il 4% non sa. Abbiamo poi suddiviso il feedback, analizzando le risposte degli over 65, che non si discostano dagli altri esiti: sì per l'84% degli intervistati, no per l'11% e anche in questo caso solo il 5% non sa.
"Tutto il lavoro che facciamo con gli anziani e per gli anziani ha portato a degli ottimi risultati. L'assistenza domiciliare è uno dei nostri punti fermi, con il progetto Doge abbiamo ottenuto dei grandi risultati e questo vuol dire curare e occuparsi degli anziani tenendoli nelle loro abitazioni" commenta a Primocanale Lorenza Rosso, assessore ai Servizi sociali del Comune di Genova.
"Conoscendo questa città ritengo che chi risponde ai sondaggi lo faccia per un certo target sociale e di istruzione, la realtà è che ci sono molte disparità sociali a Genova - spiega il segretario provinciale del Partito democratico Simone D'Angelo -. Sarei stato curioso di capire se questo dato diviso per quartiere avrebbe dato lo stesso risultato. Forse un anziano residente a Rivarolo non avrebbe risposto come lo stesso anziano residente ad Albaro. Credo che il comune di Genova dovrebbe avere una parte attiva in queste politiche, con un quadro un po' meno ottimistico".
L'altro sondaggio di Tecné per Primocanale invece ha chiesto ai genovesi se per la qualità della vita, dei servizi e delle opportunità il capoluogo ligure è una città adatta ai giovani. Sì per il 57%, no per il 33% e non sa il 10%. Anche in questo caso abbiamo diviso le risposte, ascoltando il parere dei ragazzi dai 18 ai 34 anni. Questo il loro punto di vista: Genova è una città per giovani per il 40%, non lo è per il 59%, non sa l'1%.
Insomma, risposte ribaltate quando si è trattato di ascoltare le nuove generazioni, che chiedono maggiore attenzione per "rimanere in città", senza imboccare la strada della fuga, come si suol direi "di cervelli".
"C'è una complessità giuridica e burocratica per cui il giovane imprenditore è terrorizzato da questa zona grigia che si forma, dove è molto difficile orientarsi, mentre invece l'azienda ha paura di investire perché la situazione a livello locale è troppo aleatoria - fotografa la situazione l'Ad di Talent Garden Genova Alessandro Cricchio -. Noi come Talent Garden cerchiamo di creare un ecosistema anche con Regione e Camera di Commercio, per rendere intellegibile al giovane imprenditore questo ecosistema. Diamo così la possibilità di accedere alla cassa del credito in modo più snello".
Trattenere, attrarre, riportare in città: sono questi gli obiettivi che le istituzioni tutte e il mondo dell'imprenditoria devono perseguire, per rendere Genova più fruibile sia dal punto di vista lavorativo che da quello dei servizi e delle opportunità, anche di svago. Insomma, una città completa che sia in grado di offrire una permanenza di vita su più fronti.