GENOVA - Acque agitate in Forza Italia dove è partito ufficialmente il dopo Berlusconi e dove le fazioni interne al partito iniziano ad alzare scudi e barricate. Da una parte i fedelissimi di Antonio Tajani, dall'altra il fronte Ronzulli-Cattaneo, in mezzo la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, che dovrebbe avere un ruolo centrale nel futuro di FI.
Alla finestra i partiti di centro e centrodestra, a partire dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, fino ad arrivare al presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. Nessuno si è detto pronto a prendere l'eredità di Berlusconi, perché certamente si tratta di un'eredità ingombrante, altresì nessuno ha negato di voler vedere che cosa accadrà da qui ai prossimi mesi. Perché si sa, nella politica nulla è fermo, ma tutto scorre. E lo sapeva bene Eraclito, con il suo Panta Rei.
Il presidente ligure Giovanni Toti ha ribadito a Primocanale di non aver sentito gli esponenti di Forza Italia, ma di aver scambiato alcune considerazioni solo nel giorno "triste" dei funerali. "Ho parlato un paio di volte con Piersilvio, ma ci siamo confrontati su situazioni generali, più umane che politiche" ha spiegato l'ex delfino del cavaliere. Esiste poi il tema, centrale, che è quello dell'eredità che Silvio Berlusconi ha lasciato, che per Toti è qualcosa di molto più ampio di Forza Italia, "qualcosa che riguarda una classe politica intera che poi si è sparpagliata in giro".
In politica si sente parlare spesso di transfughi, coloro che passano da uno schieramento all'altro, da un partito a un altro. Così è stato negli anni, con esponenti di Forza Italia che hanno deciso di entrare in Fratelli d'Italia, nella Lega, nelle liste dei sindaci. E poi c'è chi, come Giovanni Toti, decise di uscire dagli azzurri e di fondare il suo movimento, tra il civico e il politico, che in Liguria ha fatto scuola.
"L'eredità è molto ampia, per questo io sono aperto a ragionare con tutti e non credo che la mia politica sia cambiata da quando frequentavo Berlusconi - ha aggiunto il presidente Toti -. Se qualcuno vorrà cominciare a invertire una tendenza che ha visto disgregarsi una classe dirigente per provare a metterla insieme e fare qualcosa, credo che sarebbe un buon modo per utilizzare anche l'emotività e l'eredità che la morte di Silvio Berlusconi ha provocato, se qualcuno invece pensa di fare strade diverse io gli auguro buona fortuna".