RAPALLO - Giorni roventi, e non per le temperature, quelli che stanno scorrendo ai piedi del castello rapallino, dove l'8 e il 9 giugno si voterà per rinnovare il consiglio comunale e scegliere il nuovo, o la nuova, sindaco. E se al momento risultano esserci già tre candidati, pronti a sfidarsi, all'elenco manca però quello di centrodestra, chiamato a sostituire l'uscente Carlo Bagnasco.
Nel 2019 il coordinatore regionale di Forza Italia avevo vinto con il 78% dei voti. Un vero e proprio endorsement da parte dei suoi concittadini, che hanno votato per due tornate consecutive Bagnasco. "C'è orgoglio, il desiderio di trovare un successore che sia più bravo di me". Un successore che tutti avrebbero scommesso poter essere un uomo, mentre invece il primo cittadino ha rimescolato le carte, ipotizzando che possa essere una donna.
"Ma guardi, io sto lavorando tanto. In primis io sono profondamente convinto che ci sia bisogno di cambiamento e sono profondamente convinto che sia giusto che un sindaco dopo due mandati si fermi e si fermi in tutti i sensi. Si tratta di una scelta che deve rappresentare il bene della città" ha commentato Carlo Bagnasco.
Bagnasco mi conferma che quindi riuscirà a tenere tutti insieme? Io metto dentro tutti: da Forza Italia alla Lega, passando per Fratelli d'Italia. E ovviamente, anche il movimento arancione del presidente Giovanni Toti. Al momento ci sono due nomi che circolano (Giorgio Costa e Mentore Campodonico ndr), immagino che lei voglio convergere su uno solo.
Sarebbe un errore strategico politico enorme andare con due nomi, per questo nulla toglie che si debba arrivare alla condivisione. E questo è l'obiettivo. Un buon politico unisce e non divide, è troppo facile dividere. E infatti mi arrivano tantissimi messaggi, un sacco di messaggi. Perché non ti ricandidi? Mi chiedono. Perché io non mi candiderei più, assolutamente. E poi oggi c'è bisogno, ripeto, di un candidato condiviso e c'è bisogno di tenere il centrodestra unito.
Lei è sicuro di riuscire in questa "mission"?
Io sono sicuro di essere in grado di farlo.
Al momento ci sono situazioni che secondo lei stanno in parte allontanando le forze di centrodestra? Lei viene dalla scuola di Berlusconi, con la sua capacità di tenere insieme più anime di una coalizione abbastanza ampia. Come pensa di riuscirci?
Non ho assolutamente problemi con i miei colleghi perché io in questo caso ho una figura un po' particolare, sono il sindaco uscente ma anche il coordinatore regionale di Forza Italia. Questo è significativo perché noi abbiamo la palla in mano e abbiamo il dovere morale e non solo di restare uniti. Io vado d'accordo con Edoardo Rixi, non ho nessun problema con la Lega a Rapallo, e vado d'accordo con Matteo Rosso, politico, un grande signore della politica con il quale non ho nessun tipo di problema. Questo è quanto. Mi piace essere trasparente. Forse gli unici problemi che ho sono su delle giuste ambizioni personali, di personaggi importanti nella vita locale che giustamente, e lo sottolineo giustamente, si sentono protagonisti. Vedono uno spazio politico quindi credo che l'ambizione sia anche positiva. Finché non diventa un'ossessione, perché un conto è un'ambizione e un altro conto è un'ossessione. Quindi, finché rimane ambizione, c'è un'ambizione politica dietro un disegno politico ed è tutto positivo. Quando diventa un'ossessione, questo diventa un problema.
Con il presidente Toti come sta andando invece?
Il presidente Toti è un presidente di tutti ed è un presidente intelligente. Sa che ci sono determinate città dove ci sono dei sindaci abbastanza riconosciuti dal territorio e per questo li deve ascoltare. Di conseguenza Toti su Rapallo sa che deve parlare con il sindaco, come io non mi permetterei di parlare con nessun altro se non con Toti sulla Regione. È difficile nascondere che io sia il sindaco uscente con una percentuale molto alta, quindi come dire, non mi si può non ascoltare. Toti, che è una persona intelligente dal punto di vista politico, si relaziona con me. Giustamente anche lui vuole dare il contributo, che sia un contributo di unità.
Qual è lo stato di salute di Forza Italia? Lo chiedo a lei che è rimasto fedele da sempre al partito di Berlusconi, quando era al 40% e quando è sceso sotto il 10%. Ci sono nuovi ingressi pronti nel suo partito? Le famose porte aperte a che punto sono?
Allora non parliamo di porte aperte perché mi vengono in mente le concessionarie. Parliamo di volontà, di cambiamento, di idee, di uno spirito diverso e di un progetto politico diverso. Il nostro leader Tajani sta facendo un lavoro eccellente. Noi in Liguria daremo un segnale concreto nei prossimi giorni, che darà valore a Forza Italia. Ci saranno delle sorprese, anche positive, perché il trend è positivo. Non voglio fare delle grosse sparate ma secondo me saremo determinanti per il futuro del centrodestra.
Non le chiedo i nomi, intanto non penso che me li dica, oppure se me lo vuole dire sono ben pronta ad accoglierli.
Noi stiamo facendo un'operazione in Regione Liguria, molto importante. Sicuramente questo farà rimodulare naturalmente gli assetti di Forza Italia. Io, essendo un coordinatore regionale, quando ho persone di un certo calibro o che hanno uno spessore politico che possono dare un contributo alla nostra politica, li accetto ben volentieri. Questo non vuol dire che in Forza Italia, tra virgolette, possano entrare tutti. Chiaro.
Potrebbe essere la volta (prima) di una donna al timone di Rapallo?
Perché no, potrebbe essere così. Sarebbe molto bello, certo, ma secondo me sarebbe anche significativo. Sarebbe un messaggio. Rapallo non l'ha mai avuta, lo dico così come auspicio. Questo per dire che ancora le strade sono tante. L'importante è che non si perdi di vista l'obiettivo comune, che è quello di rimanere assieme e di non fare degli stupidi correntoni. Che poi sarebbe il male di tutto il progetto politico.