GENOVA – C'è anche il nome di Giovanni Toti, assieme a quello di numerose personalità della politica e dell'economia italiana, nell'elenco delle persone i cui dati sarebbero stati trafugati e utilizzati per individuare operazioni sospette da diffondere su alcuni organi di stampa. Al centro dell'indagine c'è un funzionario della Procura nazionale antimafia, Pasquale Striano: invitato a comparire davanti ai magistrati di Perugia, coordinati da Raffaele Cantone, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Tra i nomi degli 'spiati' ci sono il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e Vittorio Colao ma anche Letizia Moratti. Numerosi i politici che compaiono nell'elenco come il ministro Giuseppe Valditara o Michele Vietti. Tra quelli sui quali Striano cercava informazioni compare il nome di Fabrizio Centofanti, noto per essere stato coinvolto nell'inchiesta legata all'ex consigliere del Csm Luca Palamara.
“L’attività di dossieraggio, lo spiare dal buco della serratura cariche istituzionali, politici, o comunque personalità in vista credo sia il frutto malato di una mentalità che si è ormai diffusa in questo Paese – scrive in una nota il Presidente di Regione - cioè che ci sia sempre qualcosa di marcio, qualcosa di nascosto, qualcosa di torbido. È la conseguenza malata di un odio sociale diffuso, che ha trasformato il merito e il consenso in qualcosa da punire, legato a imbrogli e non a capacità. È la voglia di abbattere per sentirsi uguali invece di impegnarsi per sentirsi migliori”.
Toti sottolinea la sua preoccupazione per un dossieraggio che, a quanto pare, “è senso unico, solo verso una parte politica”, atteggiamento che secondo il Governatore porta con sé una pericolosa conseguenza: “Non basta il consenso popolare per essere legittimati a governare un Comune, una Regione, lo Stato o semplicemente per avere successo. Se la gente sbaglia a votare o scegliere, qualcuno deve intervenire per ricordargli qual è la parte giusta della politica”.
“Immaginatevi le prese di posizione se simili dossier avessero investito personalità della sinistra – continua Toti - invece il silenzio questa domenica mattina rimbomba più della pioggia che cade”.
Toti conclude manifestando particolare preoccupazione nel “sapere che qualcuno, tra familiari, amici e collaboratori, è oggetto di dossier solo perché la vita lo ha messo accanto a una persona in vista” e si augura che “le autorità preposte facciano presto chiarezza, ma soprattutto che finisca una atmosfera nel Paese che è il brodo di cultura di chi lavora nell’ombra per scoprire, o inventare, peccati altrui. Che spesso sono invece i peccati di chi scheda e giudica”.