GENOVA - Nel day after delle Regionali in Abruzzo, con la riconferma dell'uscente Marsilio (centrodestra ndr), uomo di fiducia della premier Meloni, in Liguria prosegue la polemica sull'uso dei fondi per promuovere il territorio. Al centro dello scontro il Partito democratico da una parte, il presidente della Liguria Giovanni Toti dall'altra. I dem accusano la Regione di utilizzare soldi pubblici per portare avanti "solo operazioni di marketing territoriale e di promozione", Toti invece spiega come attraverso la crescita dell'immagine ligure accrescano anche "i guadagni" della Regione. "Adesso mi chiedo: ma quanto saranno costati ai cittadini della Campania, governata dal Pd, i manifesti voluti dal loro presidente De Luca per promuovere le proprie battaglie politiche?" chiede retoricamente il presidente Toti.
Secondo il governatore ligure non si tratta di manifesti per far conoscere la costiera amalfitana, la bellezza di Pompei o la bontà della pizza. Altresì, per Toti, si è di fronte a veri e propri proclami politici contro il governo Meloni. "Si tratta di una campagna elettorale pagata con soldi pubblici - attacca Giovanni Toti, che poi rivolge retoricamente una domanda al Pd -. È questo che intendete quando dite di spendere meglio i soldi pubblici? Non sarebbe meglio investire sulla promozione del territorio come facciamo in Liguria? E avete anche il coraggio di criticare! Caro Pd, altro che il mortaio di Toti... mi sa che dove governate voi i cittadini devono preoccuparsi del pestello, che ahimè non batte sul basilico ma sulle tasche dei contribuenti!" Insomma, la campagna elettorale per il governo della Liguria non è ancora entrata nel vivo (si voterà a fine 2025 o a inizio 2026 ndr), ma il clima sembra già essere molto surriscaldato.