GENOVA – C'è un rapporto 'malato' tra una parte della stampa italiana e i cosiddetti dossieraggi che stanno provocando un ciclone nella politica italiana? La lista Toti ne ha un fondato sospetto e, in una nota, mette in fila una serie di fatti che sono l'intreccio tra le dichiarazioni del procuratore di Perugia Raffaele Cantone, le carte dell'inchiesta in corso e alcuni articoli giornalistici.
“L'8 novembre 2021 c'è un accesso abusivo alla banca dati Siva da parte di Striano nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – scrivono gli esponenti liguri - Il 10 novembre, 48 ore dopo, il Fatto Quotidiano dedica l'apertura del giornale e ben due pagine con un articolo di Stefano Vergine (uno dei tre giornalisti indagati per l'inchiesta dossieraggi, ndr) in cui racconta tutta una serie di fatti che ovviamente non erano nella disponibilità di tutti. Dopo pochi giorni sul “Domani” c'e un articolo di Giovanni Tizian (altro indagato, ndr) che era il destinatario – questo si legge dalle carte – dell'accesso da parte di Striano, che ripete le stesse cose. Nella stessa pagina un leader politico regionale scrive un editoriale spiegando nel titolo che “La Liguria è il modello disastroso della nuova politica”.
“Questa – continua la nota della lista Toti - è cronaca. Questi sono fatti registrati nel corso dell'audizione del procuratore di Perugia Raffaele Cantone in Commissione Antimafia. Il deputato di Noi Moderati, Pino Bicchielli, chiede espressamente al magistrato che indaga sullo scandalo dossieraggi, se ritenga “oppure se emerga dalle carte, che questi giornalisti avessero rapporti con una parte politica e se questa parte politica abbia usato queste informazioni a danno di un'altra parte politica. Con estrema correttezza e rispetto dell'indagine in corso, il procuratore Cantone, spiega di aver “rimesso le valutazioni in sede politica, perché non è compito dei pubblici ministeri occuparsi di questi temi”.
“Gli articoli - spiegano i totiani - lasciavano intendere (a volte anche con espliciti riferimenti) che c'erano indagini della Guardia di Finanza in corso. Quando in realtà si trattava del ribaltamento dei fatti e dei tempi, la confusione della causa con l'effetto: gli articoli venivano scritti perché un finanziere - non la Guardia di Finanza in un'attività istituzionale di verifica – sottraeva illecitamente materiale da fornire ad alcuni giornali”.
Il gruppo che fa capo al presidente di regione si rivolge quindi ai partiti politici di opposizione con alcune domande: “Ritenete che i fatti e la cronologia in cui sono avvenuti siano frutto di coincidenze? Ritenete che sia una stampa libera dal condizionamento della politica quella che fa commentare al leader dell'opposizione, il materiale riservato, trafugato e usato strumentalmente per costruire articoli falsi e diffamanti? Ritenete che oggi sia Toti a doversi difendere da inesistenti accuse di utilizzo della stampa? Ritenete che questo sia il giornalismo che garantisce la libertà e che è tutelato dalla nostra Costituzione? Ritenete di unirsi a noi nel chiedere che la stampa libera voglia fare cronaca anche oggi?”.