Dopo Matteo Salvini, è il turno di Daniela Santanché. Da una parte la mozione di sfiducia per il vicepremier leghista sul rapporto siglato dal suo partito con quello di Vladimir Putin "Russia Unita", dall'altra le indagini in corso sul caso Visibilia che hanno coinvolto la ministra al Turismo. È andata bene per il titolare del Mit, l'aula ha votato contro: il centrodestra ha fatto squadra in modo compatto. Alla Camera 211 no e 129 sì.
Questa mattina sotto la lente d'ingrandimento c'è Daniela Santanché, dopo le dichiarazioni di voto la ministra, che non era presente in aula ma a Napoli per un evento (come dichiarato a La Repubblica ndr) ha atteso di capire come avrebbero votato i suoi. Montecitorio ha respinto la mozione di sfiducia con 213 no, 121 sì e 3 astenuti, presentata dal M5s e sottoscritta da tutte le opposizioni a eccezione di Italia Viva.
Di fatto, la spallata al Governo, come auspicava la minoranza, non c'è stata. Per quanto riguarda il caso Santanché, al centro del battage politico c'erano le indagini nei suoi confronti sul caso Visibilia. Secondo l'accusa i dipendenti, tredici in tutto, sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore ma senza saperlo ed esserne a conoscenza, continuando così l'attività lavorativa, ignari di quello che stava accadendo.
Il fascicolo per truffa aggravata era nato in seguito alla denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations dell'azienda. Si tratta di una truffa per un totale di 126 mila euro nei confronti dell'Inps, per una presunta gestione irregolare della cassa integrazione in deroga per il periodo Covid. La mozione di sfiducia è arrivata a indagine chiusa, e ora si aspetta la decisione del gup (giudice per l'udienza preliminare) che potrà così decidere se rinviare a giudizio Daniela Santanché per i reati indicati dal pm.
Quello che trapelava, nelle scorse ore tra i corridoi del Parlamento, era un certo distacco da parte del centrodestra nei confronti della ministra ma al momento del voto, come avviene sempre nel centrodestra, c'è stata fedeltà e unità. Il timore, da parte di Meloni, è che il caso Santanché possa inclinare la fiducia con lo stesso elettorato, in vista soprattutto dell'election days dell'8 e 9 giugno.