GENOVA - Transizione ecologica e transizione digitale: la doppia sfida a cui è chiamata l'Europa da una parte, e i politici dall'altra. Del tema se ne è parlato nella due giorni, organizzata dalla segreteria nazionale del Partito democratico "L'impresa di domani", che ha scelto Genova come prima tappa. Dalla portualità alla logistica, passando per l'industria. Il Paese sta vivendo una profonda trasformazione, grazie anche ai fondi del Pnrr, che l'Europa chiede, in vista dell'election day dell'8 e 9 giugno prossimi.
"Si tratta di due grandi temi che riguardano il futuro dell'Italia e dell'Europa - commenta a Primocanale il senatore del Partito democratico Lorenzo Basso -. Il problema è che c'è chi fomenta la paura e chi continua a dire che il cambiamento vedrà in difficoltà il nostro Paese. Di fronte a queste dichiarazioni non sta facendo nulla, anzi tutto ciò ci porterà a fermarci e per questo non sarà più possibile competere con i grandi paesi come Germania, Francia, Inghilterra". Secondo il vicepresidente della Commissione Ambiente, Trasporti e Lavori pubblici ci sono stati europei che lavorano molto per investire in tecnologie che rendano compatibile con l'ambiente lo sviluppo industriale e quello economico. "L'Italia deve avere il coraggio di seguire questa strada e di accettare la sfida della conversione ecologica come opportunità di sviluppo" ha aggiunto Basso.
Il futuro portuale e logistico di Genova non può non fare i conti con la transizione ecologica, e dovrà farlo anche per sviluppare ancora il porto più importante del Mediterraneo. E allora, Basso, cosa serve per fare tutto questo? "Serve renderlo compatibile con la qualità della vita dei cittadini, serve elettrificare le banchine per far sì che le navi arrivino in porto, ed è giusto così, perché portano sviluppo, ma non devono riversare tutti i fumi in città. Allo stesso tempo serve che le tassazioni che già esistono rivedano le navi che inquinano e che vengono riversate per convertire i mezzi. Tutto questo per far sì che sia possibile continuare uno sviluppo forte e compatibile con la qualità della vita e con le persone.
A chiudere la due giorni genovese, in videocollegamento, la segretaria dem Elly Schlein, che striglia il Governo e lancia il proprio monito sul futuro del lavoro. "Alle Europee vogliamo traguardare un'idea di politica industriale italiana che guarda all'Europa, alle grandi trasformazioni che stanno spaventando le nostre società e stanno creando nuove sfide per l'impresa. La prima questione è che al governo nazionale manca una idea di politica industriale, non li abbiamo visti mettere in campo politiche di rilancio che avessero l'ambizione di mettere l'Italia alla guida dei grandi processi di transizione digitale e di conversione ecologica". Secondo il Partito democratico serve un forte investimento nella formazione, nei saperi, sulla ricerca e l'innovazione, come nel settore portuale e quello della logistica. "Bisogna inoltre puntare sulla qualità del lavoro - ha aggiunto Elly Schlein -, dobbiamo continuare la battaglia sul salario minimo perché non può essere legale prendere meno di 9 euro lordi all'ora. Dobbiamo fare anche piazza pulita dei cosiddetti contratti pirata".