GENOVA - Una battaglia a colpi di sfiducia, manifestazioni, attacchi verbali: così il consiglio regionale della Liguria è diventato palcoscenico di scontro tra maggioranza e opposizione dopo l'inchiesta giudiziaria che ha travolto la Regione. Il presidente (sospeso) Giovanni Toti rimane al momento ai domiciliari dopo l'interrogatorio di settimana scorsa, la richiesta di revoca da parte del suo avvocato potrebbe arrivare dopo l'election day dell'8 e 9 giugno. Nel frattempo, il centrodestra si è mostrato, dal giorno zero (il 7 maggio ndr), granitico al fianco di Giovanni Toti, garantista e fiducioso che il "presidente presto possa chiarire tutto".
Una posizione che non ha mostrato crepe o cedimenti nelle due sedute del 14 e del 21 maggio, con la presenza costante degli assessori della giunta e dei consiglieri regionali. A conferma di ciò anche il voto favorevole al finanziamento da 57 milioni di euro, un mutuo vero e proprio per la diga foranea di Genova. L'obiettivo è quello di dare il via libera necessario per la "fase B" dell'opera stessa. Questo finanziamento supporterà il completamento del secondo lotto, si tratta dell'intervento alla linea di protezione che dovrebbe lasciare più spazio acqueo. Una risposta che ha scatenato la rabbia della minoranza, che ha tacciato la giunta di aver approvato un "decreto omnibus" alla cieca, in una situazione di instabilità e di stallo politico.
Quello che si prospetta all'orizzonte e che oramai circola da qualche giorno, è un'ulteriore presa di posizione da parte del centrosinistra, che starebbe preparando una mozione di sfiducia nei confronti del presidente ad interim Alessandro Piana, da presentare nel consiglio di martedì 28 maggio. Un gesto che, al momento, risuona come "simbolico", considerando la compattezza mostrata fino a oggi dalla maggioranza, ma che serve per alzare il livello della tensione, a meno di due settimane dal voto. Sulla carta infatti, salvo colpi di scena, il centrodestra non arretrerà di un centimetro, almeno fino alle Europee.
Il messaggio, neanche troppo velato, è arrivato nelle scorse ore dalla stessa premier Giorgia Meloni, che con cauta freddezza ha ribadito che "saprà Toti in cuor suo cosa convenga fare per il bene dei liguri, se dimettersi o no". Parole che, almeno al momento non suonano come monito, ma che potrebbero diventarlo qualora la situazione del presidente Toti, agli arresti domiciliari, perdurasse per altro tempo. Nel frattempo la Sinistra sta organizzando un'adunata sotto il consiglio regionale per chiedere le dimissioni di Giovanni Toti, un'iniziativa che dovrebbe trovare il sostegno del Partito Democratico, del Movimento Cinque Stelle e di Azione, anche se in modo più tiepido. Perché, lo sanno bene i politici navigati, potrebbe essere un flop che rischia di diventare un boomerang, qualora la presenza in via Fieschi fosse risicata.