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Politica

2 minuti e 58 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - È un consiglio regionale da barricate e digos alla porta quello che è andato in scena il terzo martedì dopo l’inchiesta giudiziaria che ha travolto Regione Liguria. A rendere incandescente il clima ci ha pensato, inizialmente, il mancato tempismo rispetto alla deposizione della mozione di sfiducia nei confronti del presidente Giovanni Toti, al momento sostituito dal presidente ad interim Alessandro Piana, da parte dell’opposizione.

La minoranza non ha calcolato bene i tempi, o forse non ha trovato un’iniziale compattezza nella decisione di chiedere le dimissioni della giunta. Risultato: la mozione non è stata depositata per essere discussa nella giornata di oggi ma, regolamento alla mano, devono intercorrere al massimo dieci giorni. Questo significa che la mozione di sfiducia verrà discussa nel prossimo consiglio regionale, quello del 4 giugno.

La mattinata si è aperta con un presidio fuori dalla sede del consiglio regionale, organizzato dall’ala più di Sinistra della minoranza. Un centinaio le persone presenti, che prima hanno manifestato in via Fieschi, e successivamente sono entrati all’interno della sede, accomodandosi sugli spalti per assistere al consiglio regionale. Pochi minuti e il clima si è surriscaldato, con uno scontro frontale tra i consiglieri di opposizione e quelli di maggioranza, sotto gli occhi vigili dei cittadini liguri.

Il frontale più violento, che ha portato alla sospensione dei lavori per 15 minuti, è stato tra la consigliera regionale della Lega Sonia Viale (ex assessore alla Sanità nella prima legislatura Toti ndr) e alcuni cittadini in aula. La richiesta di dimissioni che arrivava dagli spalti si è scontrata con le urla di “Pittella Pittella” da parte di Viale. Pittella, lo ricordiamo, ex esponente del Partito Democratico della Basilicata, è stato sindaco di Lauria dal 2001 al 2005 e presidente della Regione Basilicata dal 2013, fino a dimissioni presentato nel 2019, per sospensione della carica, a causa di un coinvolgimento in una vicenda giudiziaria. Poi assolto e oggi in Azione, a sostegno del presidente del centrodestra.

Sonia Viale ha voluto quindi fare un parallelismo tra la vicenda Pittella e quella del presidente (sospeso) Giovanni Toti. Nel frattempo la mozione di sfiducia, depositata in mattinata, è stata firmata da tutti i partiti di opposizione (Pd, Mov5s, Linea Condivisa e Lista Sansa), a eccezione di Azione.

Il partito di Calenda ha voluto precisare che in aula voterà a favore della mozione ma la decisione di non firmare nasce da una mancata comunicazione da parte delle altre forze di opposizione. Insomma, “un’esclusione” che ha indispettito il consigliere Rossetti e che ha in parte spaccato la compattezza mostrata fino a ora dalla minoranza. Nel frattempo, intorno alle 12, i consiglieri di centrosinistra hanno abbandonata l’aula, disertando la discussione, in segno di protesta contro la decisione di far slittare alle 17 l’Upi (la capigruppo ndr) per calendarizzare la presentazione della mozione di sfiducia. A lasciare la sede tutti consiglieri, compresa Azione. I lavori sono prosegui tra i rappresentanti della giunta e i consiglieri di maggioranza. 

Durante la mattinata ha preso la parola il presidente facente funzioni Alessandro Piana per spiegare la posizione della giunta: "Noi siamo andati avanti, non ci siamo fermati, questa è un'assemblea legislativa e il dibattito deve essere garantito per portare avanti i lavori". Lavori che sono stati bloccati, a metà mattinata, dai consiglieri di minoranza. "Tutte le assemblee legislative non possono subire condizionamenti esterni, ci sono documenti importanti che devono essere votati, presentati dai consiglieri, noi poi li discutiamo e li votiamo - ha aggiunto il presidente ad interim Piana -. Ci dev’essere serenità d’aula per quanto riguarda il dibattito. E qui dentro non c'è". Il riferimento, neanche troppo velato, era alla protesta dei cittadini in aula.