GENOVA - C'è chi lo considera il giorno X, quello della verità, chi invece non attribuisce troppa importanza alla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni in consiglio regionale. Così oggi, nel primo martedì di giugno, sta andando in scena lo scontro frontale tra maggioranza e opposizione sul futuro della Regione e del presidente (sospeso) Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso. Per lui pende l'accusa di corruzione e voto di scambio. Politicamente Toti, dalla sua casa di Ameglia, ha incontrato prima un suo fedelissimo come Giacomo Giampedrone e, successivamente, ha preparato una lettera che verrà letta nella giornata di oggi dal capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano. Durante l'incontro avvenuto nei giorni scorsi tra Giovanni Toti e l'assessore alle Infrastrutture, l'ex forzista ha ribadito un concetto che era già emerso in passato: "Non mi dimetto, si va avanti compatti insieme alla maggioranza".
Parole che sono state pronunciate alla presenza del legale Stefano Savi. Un messaggio chiaro, diretto alla minoranza ma anche al centrodestra, per chiedere quella compattezza da subito invocata e scongiurare qualsiasi fuga in avanti. E per consolidare la propria intenzione di non dimettersi, affiderà a una lettera di tre pagine la rivendicazione del "bene pubblico delle scelte". Così, la voce di Bozzano farà eco a quella di Toti, per ribadire la presenza, nonostante l'assenza fisica, del presidente ligure. L'assessore Giampedrone ha definito Toti "sereno e motivato". Le sue giornate trascorrono, tra un documentario e l'altro, nello studio prolungato delle carte, per tornare al più presto al lavoro. "Al momento infatti non ha intenzione di dimettersi e attende di tornare al suo ruolo anche per confrontarsi con la maggioranza e decidere qual è il cammino da perseguire da qui ai prossimi mesi" aveva spiegato Giacomo Giampedrone.
D'altro canto, ci sono le opposizioni che hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Giovanni Toti e della sua giunta, firmata da tutti i partiti (Partito Democratico, Mov5s, Linea Condivisa e Lista Sansa) a eccezione di Azione, che però ha annunciato che voterà a favore. Ma la presenza di Azione oggi in consiglio regionale non c’è, a causa di un malessere fisico che ha colpito lo stesso Pippo Rossetti, che era pronto a firmare la mozione e a votare a favore.
Nel frattempo, quindi, la minoranza ha presentato la mozione di sfiducia n.109 nella quale si legge che "ci troviamo di fronte a una giunta e a una maggioranza che non ha le condizioni politiche per proseguire, dimezzata per potere e funzioni, senza l'autorevolezza necessarie per gestire nella pienezza delle proprie competenze e con la credibilità necessaria per le sfide che riguardano la nostra Regione". Per queste ragioni, e per la "tenuta economica e sociale", i partiti di minoranza chiedono "lo scioglimento del consiglio regionale e lo svolgimento di nuove elezioni come l'unica strada possibile per restituire dignità alle istituzione, per evitare una situazione di stallo della Regione e per garantire un governo regionale che operi nella piena legittimazione democratica e politica". Sarà una battaglia a colpi (anche bassi) di interventi che sfoceranno con il voto finale in aula, che decreterà o meno la fiducia al presidente Giovanni Toti.
il capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano ha letto la lettera, o meglio l’intervento, del presidente Giovanni Toti. Parole dure, soprattutto nei confronti dell’opposizione e del Partito Democratico, ”incapace di far crescere la Regione, lasciandola per anni all’immobilismo”.
Fabio Tosi del Movimento Cinque Stelle: "Noi discutiamo una mozione di sfiducia al presidente di Regione che è il massimo atto politico che una forza politica e l’opposizione tutta, ha depositato e discute. È un atto prettamente politico che non entra nel merito della vicenda giudiziaria perché non ci compete. Ma questa imbarazzante situazione sta portando un grave danno di immagine alla nostra amata Liguria. Partiamo dall’inizio di questa legislatura che ho onore di ricoprire il ruolo di consigliere regionale, avete deciso di far dimettere gli assessori dal ruolo di consiglieri regionali e così gli assessori sono assenti ai lavori dell’aula. Le scelte portate avanti non sono state per interesse pubblico ma non esiste se ci si accorda per fare campagna elettorale sui giornali o aprendo supermercati. Interessi di parte e non di partito, visto che il peso politico a livello nazionale è pari a un prefisso telefonico. In nove anni non avete mai costruito un nuovo ospedale nella nostra regione, unico caso in Italia. Incapaci di chiudere Alisa. C'è un tracollo della sanità pubblica di questa regione, fughe con una mobilità passiva a 70 milioni di euro. Vi riempite la bocca con lo slogan modello Genova che ha consentito alla Liguria di ricostruire il viadotto crollato. E a chi ci etichetta come incapaci, è doveroso ricordare che si è ricostruito il viadotto grazie a Conte e Toninelli. Passato il 2022 la vostra attenzione nelle autostrade è finita nel dimenticatoio. Incapaci di creare occupazione e avete spacciato la precarietà come capacità di fare occupazione".
Stefano Balleari di Fratelli d'Italia replica: "C'è un'opposizione schizofrenica che una volta vuole una cosa, come in Basilicata con Pittella, e in altre occasioni chiede dimissioni. Ho sentito delle cose veramente ridicole, noi abbiamo restituito dignità alla Liguria dove per anni le giunte di sinistra hanno fatto gli affari propri. Il potere l’hanno creato loro, negli anni. Il fallimento politico della giunta Toti è evidente e conclamato? Ma da chi? Da voi. La parola finale devono darla i cittadini votando e non voi che siete rappresentati dei cittadini che non riescono a togliersi le bandierine di un partitello. Non si sta bloccando niente, Piana sta continuando a lavorare e gli altri assessori si devono impegnare ancora di più per portare avanti la macchina dell’ente. Avete già deciso che Toti è colpevole e non servono i processi, se hanno già deciso questo non serve. Come non serve questa mozione di sfiducia. La Liguria dopo quasi 10 anni è migliorata, ma tutto è perfettibile. Voteremo contro la mozione di sfiducia".
Gianni Pastorino di Linea condivisa ribatte: "Questa non è una mozione giudiziaria ma politica, oggi è muro contro muro ma prima o poi anche voi dovrete confrontarsi sui numeri di un fallimento basato sul presidente Toti e il suo sistema politico. Da nove anni è assessore al Bilancio, poi con delega alla Sanità e dopo alla Cultura. Se è una banalità che l’80% della spesa della Regione è la sanità, vuol dire che è molto di più di un presidente, ma un imperatore. Per il fallimento completo sulla sanità è stato chiamato un tecnico, inutile politicamente, non umanamente. Ci sono 127 euro pro-capite rispetto ad altre Regioni, con un incremento della spesa sanitaria perché siamo una regione di anziani. Noi diciamo di votare la mozione di sfiducia perché qui c’è un blocco politico che non si sbloccherà mai e continuerà a peggiorare sempre di più. Non è una mozione giudiziaria ma politica, oggi è muro contro muro ma prima o poi anche voi dovrete confrontarvi".
“La stagione del centrodestra è finita, sono arrivati al capolinea e politicamente fanno finta di essere compatti” così sentenzia il segretario regionale del Partito Democratico Davide Natale durante il suo intervento. “Il fallimento è palese e la narrazione del fare si scontra ed è smentita dalla realtà con cui i cittadini liguri fanno i conti ogni giorno - prosegue il segretario regionale Natale -. In nove anni nessun progetto è stato portato a compimento: la sanità è in forte difficoltà, con ospedali promessi e mai realizzati; liste d’attesa infinite, nonostante interventi tampone che si sono rivelati nei fatti inutili e inefficaci; ambulatori territoriali annunciati e mai aperti; ed è sempre più chiara la tendenza e la volontà di una privatizzazione a scapito del Sistema sanitario pubblico. Questo fa il paio con un’idea di governo della cosa pubblica personalistica e a favore di pochi, con progetti calati dall’alto e imposti senza alcuna condivisione con i territori e assenza di visione. In questi nove anni la Liguria ha assistito a una costante e crescente fuga di giovani che abbandonano la regione per mancanza di prospettive e possibilità di crescita, una sconfitta per quella che è da sempre stata una regione trainante per l’economia e per lo sviluppo dell’intero Paese. È giunto il momento di cambiare pagina e ridare ai liguri la possibilità di scegliere e ridare dignità alle istituzioni”.
Dalla parte del presidente Giovanni Toti il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Claudio Muzio. “Forza Italia, che mi onoro di rappresentare in consiglio regionale, è da sempre garantista. Ma non è solo Forza Italia ad esserlo: è la stessa Costituzione a sancire in modo inequivocabile, all’articolo 27, che una persona non può essere considerata colpevole sino alla condanna definitiva. E questo principio non tutela solo il presidente Toti, ma tutti i cittadini e tutti gli amministratori, a qualunque schieramento politico appartengano. Oggi tutela Toti come ieri ha tutelato l’allora presidente della Basilicata Pittella ed altri governatori di centrosinistra. Ma la cosa che ho trovato più disdicevole in tutta questa vicenda – ha sottolineato ancora il capogruppo di Forza Italia – è il fatto che, pur di buttare benzina sul fuoco, la sinistra è arrivata al punto di spaccare la commissione Antimafia del consiglio regionale, che sin dalla sua istituzione nel 2020 ha sempre operato con spirito di positiva collaborazione tra maggioranza e opposizione, a partire dall’elezione del presidente e del vicepresidente. Dopo aver fatto in tre anni e mezzo un grande e fruttuoso lavoro comune, con voti all’unanimità, in queste settimane la sinistra ha scelto strumentalmente di provare ad utilizzare la Commissione a fini di propaganda, cavalcando le inchieste giudiziarie pro domo sua. Avevamo chiesto qualche giorno di riflessione per condividere un percorso comune; non ci è stato concesso e siamo stati costretti al voto. È stato un tentativo che abbiamo respinto e respingeremo al mittente, perché l’antimafia è un tema troppo importante per essere piegato a battaglie propagandistiche di parte”, ha concluso.