GENOVA - Riflettere e riflettere. È questo il messaggio che arriva dalla dirigenza del Movimento Cinque Stelle, non solo quella romana ma anche ligure e genovese. Il 10% ottenuto alle Europee ha deluso la base, a partire dal presidente Giuseppe Conte, che la notte tra il 9 e 10 giugno ha aperto a una riflessione, mettendo sullo sfondo, in discussione, le regole pentastellate. La leadership dell'ex premier non sembra al momento in dubbio, non è atteso un ribaltone tale che possa portare a un nome nuovo, come quello della vicepresidente Chiara Appendino. D'altronde Conte lo sa, per rafforzarsi, in una fase di difficoltà, può essere buona norma utilizzare lo spauracchio delle dimissioni. Sul tavolo però, è atteso un confronto sulle regole ferree interne al movimento, a partire dal vincolo dei due mandati, che suona oramai come una forzatura. E che gli stessi esponenti del Mov5s, anche in Liguria, giudicano come vetusta e inopportuna. Che la politica non possa diventare un mestiere è sempre stato uno dei mantra pentastellati, ma parallelamente esiste un tema di classe dirigente da formare ogni dieci anni che ha portato, spesso, a una voragine di volti.
A conferma di ciò anche un big del Movimento come Luca Pirondini, già consigliere comunale di Genova e oggi senatore. "Inizialmente siamo partiti dal nulla, adesso ritengo che si debba aprire una riflessione: chi finisce il secondo mandato a livello nazionale potrebbe fare un mandato anche a livello locale - spiega a Primocanale il senatore Luca Pirondini -. Credo che dal parlamento o dal parlamento europeo un nostro esponente politico possa poi diventare candidato sindaco o candidato in Regione, perché le persone sono conosciute sul territorio". Tradotto, significa che il lavoro e la crescita dei "non politici di professione" deve essere coltivata, e sfruttata, per non ritrovarsi a dover ripartire da zero ogni tot anni. Un percorso che, raccontano anche dai corridoi di via Fieschi a Genova, deve invertire la rotta al più presto, in vista anche dell'appuntamento con le Regionali in Liguria, che potrebbe concretizzarsi già a fine 2024 o nel 2025.
A fare eco alle parole di Pirondini ci ha pensato, attraverso il proprio profilo Instagram, il capogruppo in consiglio regionale Fabio Tosi, commentando positivamente i risultati liguri. "Ora guardiamo al futuro, imparando dal passato. Ben vengano le riforme, il rinnovo, le nuove idee, gli aggiustamenti al regolamento, ma con un processo realmente condiviso e collegiale. Il nostro auspicio è che il prima possibile ci si possa confrontare con il nostro presidente Giuseppe Conte cui confermiamo la nostra stima e la nostra fiducia. I consiglieri regionali in tutta Italia sono un tassello fondamentale per l’azione politica del Movimento e il radicamento sui territori, e se passerà l’autonomia differenziata lo diventeranno ancora di più - si legge sul social di Tosi -. Negli ultimi anni, essendo il Movimento in fase di rinnovo e riorganizzazione, non siamo stati tenuti in particolare considerazione e riteniamo che questo aspetto, a nostro parere vitale per il rilancio di tutta la comunità, debba essere affrontato nell’ambito del processo di riforme interne che abbiamo deciso di avviare".
È lo stesso Luca Pirondini a smorzare gli animi negativi rispetto al 10% ottenuto dal Movimento, da molti considerata una vera e propria debacle. "Siamo di fronte a due matrici diverse, a livello nazionale di certo poteva andare meglio ma comunque è in linea con le aspettative, ma siamo comunque la terza forza politica del paese - commenta Pirondini -. In Liguria invece abbiamo ottenuto un ottimo risultato soprattutto a Genova, sopra al 10% in regione e più dell'11% nel capoluogo ligure, dove negli anni è stato portato avanti un lavoro importante". Il dato ligure del M5s è sopra rispetto a quello di tutto il Nord, dove i numeri sono più negativi. Nel frattempo, sullo sfondo, rimane la possibilità del voto anticipato, qualora il presidente (sospeso) della Regione Giovanni Toti decidesse di fare un passo indietro, dopo la maxi inchiesta che si è abbattuta su piazza De Ferrari. Il confronto tra le forze di opposizione è già partito, sottobanco, anche se al momento c'è il veto assoluto di parlare di nomi potenziali candidati alla presidenza. Anche se un paio sono già noti, e sono quelli di Andrea Orlando e Luca Pastorino. Anche il Mov5s potrebbe decidere di giocarsi un paio di carte, con i volti di Tiziana Beghin, eurodeputata uscente, e proprio dello stesso Luca Pirondini, che vede la possibile svolta in Regione per il campo cosiddetto progressista.
"La partita delle Regionali è aperta e contendibile, i numeri lo confermano con il Pd che ha fatto un grande risultato, con Avs che ha ottenuto un'ottima percentuale e con il Mov5s che fa un risultato superiore al Nord - rimarca Pirondini -. Siamo di fronte a una partita aperta e vissuta insieme, soprattutto sui temi, ed è sui temi che si deciderà quale percorso intraprendere o meno". Non manca poi una frecciatina ai partiti di Renzi e Calenda. "Chi manifesta saccenza e borea e poi arriva al 5%, forse un filo di umiltà servirebbe da mettere in campo". Un messaggio non troppo velato ai centristi, che dovranno decidere da che parte stare, se non vorranno correre da soli. E mentre Azione sembra essere sempre più vicina al centrosinistra, Italia Viva potrebbe invece intraprendere un percorso con i partiti di centrodestra. D'altronde, proprio a Primocanale, Paita ha rimarcato di voler "stare con quelli del fare". Rivolgendosi alla sua destra. Insomma, dal Movimento mano tesa al Pd, ad Avs, ma meno al centro.