GENOVA - Dall'Europa all'Italia passando per la Liguria. L'election day dello scorso weekend ha dato il via alla composizione del parlamento di Strasburgo, tra lotte interne alla destra e la possibilità, sullo sfondo, che possa proseguire la maggioranza Ursula con popolari e socialisti. Nel Belpaese invece, si è rafforzato sempre di più quel bipolarismo che con il tempo è tornato in scia, fino a diventare protagonista, tra destra e sinistra. La guida della premier Giorgia Meloni ne è uscita rafforzata, nonostante i voti ottenuti siano diminuiti, a causa dell'avanzare dell'astensionismo. Dall'altra parte della barricata ad aver vinto è stata la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che è passata dal 14% di inizio 2023, quando ha vinto le Primarie contro Bonaccini, al 24% conquistato nelle urne alle Europee. Certo, il raffronto con cinque anni fa o con le Politiche del 2022 sottolinea una distanza più risicata, ma è sotto gli occhi di tutti l'ascesa della deputata dem, che ha rafforzato la sua leadership nel partito.
La fotografia scattata lungo lo stivale, con FdI e Pd unici a doppia cifra, rispettivamente al 28,8% e al 24,1%, si è riproposta anche in Liguria, con il predominio di Meloni e Schlein. In Regione è stato quasi testa a testa, con Fratelli d'Italia al 26,77% e il Partito Democratico al 26,29%. Sostanziale parità quindi, che si è riproposta anche tra le due potenziali coalizioni: da una parte FdI, Forza Italia e Lega; dall'altra Pd, Mov5s e Avs. Entrambi valgono circa il 44%. Ago della bilancia, conti alla mano, potrebbero proprio essere i cosiddetti partiti di centro, che male hanno fatto alle Europee, di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Mentre per Italia Viva la partita sembra ancora tutta la decidere, con Raffaella Paita che proprio a Primocanale aveva detto di voler stare "con quelli del fare", guardando più a destra; per Azione, con la segretaria regionale Cristina Lodi, sono iniziati i primi approcci per un confronto serrato con il centrosinistra. Per buona pace dei leader nazionali, Calenda e Conte, che non hanno mai nascosto di non sopportarsi ma che dovranno fidarsi dei loro uomini/donne più rappresentativi in Liguria.
Ma esiste poi un altro tema, che è quello del ruolo delle liste civiche, che nel voto europeo non ha potuto incidere, ma che in Liguria ha aperto un'era. Dal movimento arancione del presidente Giovanni Toti a Vince Genova e Genova Domani che a palazzo Tursi hanno sostenuto il sindaco Marco Bucci. Insomma, una prerogativa che al momento è sempre stata accostata al centrodestra ma che potrà diventare un bacino di voti anche per il centrosinistra, che più di civismo parla di associazionismo. Il concetto, comunque, rimane lo stesso. E sarà fondamentale, per entrambi, pescare in quel 50% di coloro che hanno deciso di non votare, tra delusi e disillusi. Perché il civismo, in questa partita, potrebbe essere ancora più decisivo. Nel frattempo, mentre si attende di capire quando e se ci sarà il voto anticipato, con un passo indietro del presidente sospeso Giovanni Toti, la lista Vince Genova par'essere pronta a scendere in campo. I civici genovesi starebbero preparando una squadra da schierare in via Fieschi che appoggerebbe, salvo colpi di scena inattesi, lo schieramento di centrodestra.