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Politica

L'obiettivo è continuare a far vivere la Lista Toti, magari cambiandone il nome
2 minuti e 42 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - L'attesa per l'oggi mentre si inizia a pianificare il domani. È questa l'aria che si respira in piazza De Ferrari in vista del verdetto del Riesame che potrebbe revocare i domiciliari al presidente (sospeso) Giovanni Toti, costretto nella sua casa di Ameglia dal 7 maggio scorso. Lo scenario, almeno in termini di amministrazione della "cosa pubblica" potrebbe cambiare a breve, se Toti tornasse in libertà, ma il suo futuro politico sembra segnato, proprio da lui stesso. Nelle scorse ore infatti, attraverso il legale Stefano Savi, l'ex forzista ha fatto sapere che non si ricandiderà per il terzo mandato. Ipotesi che prima dell'avvio della maxi inchiesta che si è abbattuta su Regione Liguria, non era poi così scontata, anzi, sembrava delinearsi l'ipotesi di un Toti ter. E allora, tra i corridoi della Regione e del consiglio regionale, il centrodestra ha iniziato ufficialmente a sondare il terreno, in vista delle prossime Regionali.

Una data ancora non c'è, anche se molti ipotizzano possa essere quella di febbraio/marzo 2025, in anticipo di qualche mese rispetto alla fine naturale del mandato nell'autunno dell'anno prossimo. Se Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sono alla ricerca di un candidato che possa incarnare al meglio il prossimo centrodestra - con il partito di Giorgia Meloni che spinge per un profilo civico - la Lista che prende il nome dal presidente Toti sta passando al setaccio il sentiment dei sostenitori di un movimento che, negli anni d'oro, ha chiamato a sé sindaci, consiglieri, amministratori pubblici. Chi è ancora disponibile a starci? Chi invece si tira indietro e scende dal carro che è stato dei vincitori? Una conta, più o meno sibillina, per capire chi è pronto a proseguire l'esperienza della Lista Toti. Tra i fedelissimi serpeggia l'intenzione di andare oltre, di traguardare il 2025 e di ripartire con un nuovo progetto, una nuova intestazione, ma che incarni l'essenza di quello che è stato un percorso condiviso.

Quello che sembra delinearsi è il cambiamento del nome, non si chiamerà più Lista Toti ma potrebbe trasformarsi in Liguria Arancione, per esempio, o qualcosa di simile, che metta al centro la Regione. Non solo i partiti tradizionali, che saranno a trazione FdI, ma anche le cosiddette gambe civiche che potrebbero essere rappresentate dai fondatori di Vince Genova da una parte e dagli eredi del movimento di Giovanni Toti dall'altra. Perché, lo sa bene il centrodestra, la Regione la si vince anche con il civismo. E le ultime due legislature, sia in Regione che nel comune di Genova, ne sono state la riprova. Sul piatto quindi, non solo lo scacchiere dei partiti politici ma anche il rebus delle candidature alla presidenza di Regione Liguria. 

E un profilo che risuona sempre di più, tra i corridoi di via Fieschi e nelle chat "arancioni", è quello di un esponente di spicco del modello totiano, da anni vicino al presidente, sia politicamente che umanamente. L'obiettivo è quello di incarnare un continuum con l'esperienza passata ma allo stesso tempo di portare una ventata di nuovo, di freschezza. E da Roma, nelle stanze che contano della dirigenza dei partiti, i papabili competitor non dispiacerebbero neanche ai vertici dei partiti di centrodestra. I dadi ancora non sono tratti, ma mentre si pensa a scavallare l'estate, sotto il cielo della Liguria si inizia a sfogliare un ventaglio di nomi.  

 

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