Le dimissioni da presidente di Regione Liguria da parte Giovanni Toti hanno aperto una nuova fase. La settimana che inizia potrebbe già essere decisiva per quanto riguarda la data delle nuove elezioni. L'ufficio affari giuridici di Regione Liguria e la presidente della Corte d'appello hanno già avviato le interlocuzioni per definire la data in cui i liguri saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente e rinnovare il consiglio regionale.
La finestra temporale per indire le elezioni è di 2-3 mesi dal momento delle dimissioni, oltre non si può andare a meno che il Governo decreti un election day che porterebbe la Liguria alle urne assieme a Umbria ed Emilia Romagna il 17 e 18 novembre.
E allora la campagna elettorale è già pronta a partire sotto l'ombrellone di agosto. I progressisti cercano un'intesa sul nome da presentare, con l'ex ministro del Lavoro e della Giustizia Andrea Orlando pronto alla corsa al ruolo. Ma le discussioni interne lasciano aperte ancora tutte le ipotesi. L'obiettivo è non fallire il nome da presentare ai liguri, e poi dietro l'angolo c'è sempre il solito e storico, rischio della divisione interna tra correnti e possibili fuoriuscite da un campo largo mai così ampio. I dialoghi andranno avanti sotto l'ombrellone con i giochi sotterranei sempre possibili.
Discussioni aperte, apertissime, anche nel centrodestra deve invece bisogna tirare le somme da una situazione che in meno di tre mesi ha stravolto le certezze di un fine mandato. Si cerca un candidato che possa tenere unita la coalizione e trovare il gradimento dei liguri, anche in continuità con il recente passato in quel caso sarebbe scelta politica. Il viceministro Edoardo Rixi si è tirato pubblicamente fuori e allora a sciogliere il nodo ci potrebbe pensare direttamente la premier Giorgia Meloni, che dietro le quinte spingerebbe per un suo fedelissimo come Matteo Rosso, deputato di Fratelli d'Italia. Se invece si dovesse puntare su un civico serviranno tavoli e discussioni per individuare il profilo giusto.
Intanto questo lunedì l'avvocato di Toti chiederà la revoca dei domiciliari dalla sua casa di Ameglia dove si trova dal 7 maggio scorso. Il Riesame poche settimane fa aveva respinto la richiesta sottolineando il rischio di reiterazione dei reati. Ora che sono arrivate le dimissioni dall'incarico pubblico e i giudici dovrebbero decidere nel giro di pochi giorni. E intanto sulle dimissioni di Toti sono arrivate le parole del ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio che al Messaggero ha parlato di "sconfitta della democrazia".
I pm avranno 48 ore per esprimere il parere poi una delle due gip in turno a palazzo di giustizia dovrebbe pronunciarsi in tempi brevi. Non sarà dunque la giudice Paola Faggioni a esprimersi sull'istanza. La seconda misura invece non è stata impugnata e questo consentirebbe alla magistratura di lasciare aperta la strada del processo immediato. La procura infatti potrebbe decidere se chiedere il giudizio immediato e potrebbe farlo in settimana ovvero quando (e se) sarà disposta la scarcerazione. Giorno più o giorno meno, la decisione dovrebbe essere presa entro venerdì, mentre l'udienza del processo potrebbe tenersi già a settembre o a ottobre.
Il giudizio di un 'immediato', ipotesi che piace sia al difensore di Toti che alla Procura e che porterebbe subito a giudizio Toti, Spinelli e Signorini, porterà ad uno 'sdoppiamento' del processo. I principali indagati verranno giudicati subito mentre gli altri farebbero il percorso ordinario.