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Politica

4 minuti e 9 secondi di lettura
di Lorenzo Basso*

GENOVA - Riceviamo dal Vice Presidente della commissione trasporti del Senato e pubblichiamo un suo commento all’analisi fatta da Maurizio Rossi (LEGGI QUI)  sulla situazione del Cristoforo Colombo. 

"Nel suo recente intervento, il Sen. Maurizio Rossi riflette sulla gestione dell'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, evidenziando l'importanza di tutelare gli interessi dei cittadini anche con l'ingresso di possibili azionisti privati, sottolineando la necessità di bilanciare l'aumento di capitale con la responsabilità di gestione e coinvolgendo investitori privati senza compromettere il bene pubblico.

Condivido con Rossi l’analisi tecnica e il giudizio positivo sull’operato della Camera di Commercio che reputo abbia fatto bene ad esercitare l’opzione nell’interesse pubblico e vorrei aggiungere alcuni considerazioni di natura più politica.

Etichettare come "uno scivolone", come fatto dal viceministro Rixi in recenti dichiarazioni, un'iniziativa mirata a salvaguardare gli interessi locali, appare decisamente fuori luogo soprattutto considerando che in questi anni il centrodestra governa ininterrottamente sia in Comune sia in Regione e ha espresso, anche attraverso il governo nazionale di intesa con la Regione, la guida dell’Autorità di sistema portuale, ovvero tutti gli attori istituzionali che hanno avuto la responsabilità dello sviluppo dello scalo genovese.

Tutte le regioni in Italia, come in Europa, cercano di difendere e di sostenere i propri aeroporti proprio perchè asset strategici dello sviluppo territoriale e infrastrutture fondamentali a servizio della mobilità dei propri cittadini.

Da tempo come Partito Democratico denunciamo una mancanza di sostegno e di visione della Regione nel sostenere lo scalo genovese e ancora nelle recente conferenza programmatica del PD genovese abbiamo lanciato l’allarme (https://www.primocanale.it/porto-e-trasporti/40458-aeroporto-2.html) su possibili interessi esterni volti a demolire le potenzialità dell’aeroporto per trasformarlo un domani nell’ennesima piattaforma di transito di container.
Del resto non sarebbe la prima volta che qualcuno considera l’aeroporto di Genova non più necessario una volta concluso il collegamento con l’alta velocità ferroviaria verso Milano.

Io al contrario ritengo da tempo che proprio la mancanza di una interconnessione con l’alta velocità, di una rete autostradale degna di questo nome e di collegamenti stabili e veloci con la città capoluogo abbiano limitato il bacino di utenza potenziale dell’aeroporto come dimostrano i numeri raggiunti dagli scali di Bergamo (16 milioni di passeggeri l’anno) o di Bologna (10 milioni di passeri l’anno) che pure fanno riferimento a città meno popolose (Bergamo 120.000 abitanti, Bologna 390.000 abitanti) ma che hanno saputo allargare il bacino di utenza dei propri aeroporti grazie ad una rete di trasporti integrata ed efficiente. Una competenza già oggi delle regioni, senza bisogno dell’autonomia differenziata.

E’ quindi fondamentale un operatore privato specializzato, un socio di mestiere capace di potenziare il traffico aereo e incrementare il numero di passeggeri, ma per farlo servono prima di tutto regole e obiettivi chiari e trasparenti da parte degli EE.LL. e di Regione Liguria. E’ cruciale che tale operatore venga individuato mediante una gara pubblica, conformemente alle normative sulla concorrenza e, soprattutto, nell'ottica di tutelare gli interessi del nostro territorio. E’ necessario quindi fare una gara in cui sia chiaro che l’operatore privato non debba avere interessi concorrenti (magari perchè gestisce strutture che insistono sullo stesso bacino di utenza come Nizza) oppure avere interessi che possano addirittura traguardare il superamento della stessa attività aerea. Non si tratta di scenari astratti ma di operazioni “industriali” che ben conosciamo a Genova, come quelle che hanno portato alla crisi e al rischio di fallimento del principale operatore siderurgico italiano.

È fondamentale quindi mantenere una presenza di enti pubblici come le Camere di Commercio, che salvaguardino gli interessi dei cittadini e degli operatori economici locali e che evitino la svendita di infrastrutture strategiche realizzate grazie a significativi investimenti pubblici (la sola pista dell’aeroporto genovese, recentemente realizzata, è costata 3.8 milioni di euro nel 2022 e gli stanziamenti di regione e AdSP in questi ultimi tre anni ammontano a oltre di 20 milioni di euro).

Ho trovato inaccettabili le dichiarazioni del Presidente di Enac, che ha espresso opinioni ben oltre il suo ruolo tecnico, non risparmiando critiche sprezzanti su Genova. Il Presidente Di Palma dovrebbe sapere che quattro mesi fa, il Sindaco Bucci annunciava con una nota ufficiale di Palazzo Tursi un accordo per acquisire le quote dell’aeroporto a favore del Comune, puntando a una gestione completamente pubblica, ma in quella occasione non si è sentita la voce di Enac. E anche i dati sulla mancata crescita dell’aeroporto rispetto ad altri scali come Bergamo o Bologna, che noi da tempo riportiamo, non sono certo relativi agli ultimi giorni. Perchè intervenire solo ora?

Per questo, come vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato, ho richiesto un’audizione del Presidente dell’Enac per chiarire le modalità operative e i criteri con cui l'ente interviene sugli aeroporti italiani. È fondamentale comprendere su quali dati o fonti si basi per agire formalmente e pubblicamente, e perché abbia deciso di intervenire solo ora su una questione che si trascina da anni a Genova.

*Sen. Lorenzo Basso, Vicepresidente Commissione Trasporti e Ambiente del Senato della Repubblica