LA SPEZIA - Con il Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Liguria Filippo Paganini guardiamo alle future elezioni regionali: tanti protagonisti della scena politica regionale provengono proprio della provincia di Levante. Cosa ne pensa? Va sfatato il pensiero comune che, essendo la provincia di Genova quella che ha più del 50% dell'elettorato nelle elezioni regionali, i candidati più forti alla presidenza debbano essere espressione del genovesato, anche perché ci sono dei precedenti che lo smentiscono, lo stesso Toti ne è esempio. Credo che sia il Ponente che il Levante, in questo caso lo spezzino, avranno un peso rilevante nell'elezione della Presidente della Regione.
Presidente, è una campagna elettorale anomala, quanto anche inciderà l'inchiesta secondo lei? L'inchiesta inciderà perché se ne discuterà molto, anche perché c'è una coincidenza tra il procedimento e la campagna elettorale. Bisogna vedere come le forze politiche gestiranno dal punto di vista dell'immagine e della propaganda questa vicenda perché potrebbe essere addirittura giocata a vantaggio di una parte o dell'altra. Non è detto che sia esclusivamente vantaggio di coloro che in questo momento sono al di fuori della vicenda giudiziaria.
Dal punto di vista politico, come vede gli schieramenti? C'è grande lavoro dietro le quinte per iniziare a formare le liste? Leggendo una serie di dichiarazioni che ci sono state in questi giorni si capisce che c'è un grande lavoro, ma forse riusciremo a capire solo quando sarà sciolto il nodo dei candidati se i due schieramenti si presentano in salute o meno alle prossime elezioni.
Sui nomi avverte che ci sia già una forma di sicurezza da parte del centrosinistra su Andrea Orlando o, secondo lei, entrambi gli schieramenti ci stanno ancora pensando?
A mio avviso la partita è ancora aperta. E resterà tale fino al momento in cui non ci sarà la presentazione del candidato ufficiale da parte dei due schieramenti.