GENOVA - La data delle elezioni regionali in Liguria per il momento è fissata per 27 e 28 ottobre - con probabile slittamento a metà novembre - ma a poco più di due mesi dal voto mancano ancora l'ufficialità dei candidati e la definizione delle coalizioni. A generare questo stallo sono da un lato, quello del centrosinistra, alcune perplessità romane su quello che sembra essere l'uomo scelto per rappresentare il campo largo in Liguria, ovvero il tre volte ministro Andrea Orlando, personalità di spicco del Partito Democratico; anche dall'altro lato del campo si attende un verdetto romano ma anche alcuni sondaggi per definire chi sarà la persona giusta a guidare la coalizione tra il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi - che secondo le voci che circolano nel palazzo della Regione sarebbe in pole position - e la parlamentare totiana Ilaria Cavo, salvo ulteriori sorprese.
Questo impasse rallenta soprattutto le operazioni delle liste civiche e dei partiti centristi, possibili aghi della bilancia visto l'equilibrio emerso tra centrodestra e centrosinistra negli ultimi sondaggi, compreso quello che Primocanale ha commissionato a Tecne', e nella tornata elettorale delle europee. Linea Condivisa attraverso il suo capogruppo in Regione Gianni Pastorino ha dato la disponibilità a far parte di una lista del presidente, nel caso si trattasse di Orlando, ma senza l'ufficialità del candidato sta lavorando ad una federazione civica che coinvolgerebbe altre liste civiche di sinistra che operano nei comuni. In ogni caso, eccetto lo stesso Pastorino, è difficile ipotizzare nomi di personalità che potrebbero rientrare in questa partita. Quello che è certo è che tra i candidati non ci sarebbero politici 'paracadutati': la lista sarà civica in ogni suo componente, senza situazioni simili a quella che si era verificata in Comune con la lista del sindaco Bucci Vince Genova all'interno della quale si erano candidati anche alcuni esponenti di Italia Viva, senza presentare il simbolo.
Proprio attorno al ruolo di Italia Viva si gioca la partita politicamente più tesa: se a livello nazionale l'abbraccio calcistico tra Matteo Renzi ed Elly Schlein ha fatto capire quali sono le intenzioni dei leader di partito, a livello locale la situazione è ben più complessa. Il Pd non mette veti all'ingresso in coalizione ma nel resto del campo largo la presenza dei renziani nella giunta Bucci con l'assessorato di Mauro Avvenente e le deleghe di Davide Falteri crea tensioni e perplessità. La posizione di Italia Viva si sposta su un sottile crinale politico: voci interne al partito spiegano che le elezioni regionali sono 'più politiche' delle comunali e che appoggiare un sindaco civico di centrodestra non significa necessariamente appoggiare la politica di centrodestra a livello nazionale ma condividere alcune battaglie locali come quelle legate alle infrastrutture. Quale sarebbe però la reazione del partito se la corsa nel centrodestra la spuntasse Piciocchi? Soprattutto attraverso Raffaella Paita, Iv si è sempre definita contraria alle politiche di Toti e quindi con la candidatura di Ilaria Cavo i renziani potrebbero decidere di far parte della coalizione di centrosinistra senza togliere l'appoggio alla giunta Bucci ma nel caso in cui il candidato fosse l'attuale vicesindaco schierarsi nel campo largo rischierebbe di segnare un cortocircuito. Alcuni esponenti locali del partito sembra abbiano preso male lo schieramento a sinistra e ribadito la loro fedeltà alla posizione attuale a fianco del sindaco Bucci: anche in questo caso è quindi complicato capire chi scenderà in campo.
Di fatto Italia Viva era l'unica assente all'ultima riunione del centrosinistra: se è vero che è stata organizzata solo tra i partiti che facevano parte del Consiglio Regionale (Pd, 5 Stelle, Lista Sansa, Azione, Linea Condivisa) ad alcuni non è andata giù la presenza di Alleanza Verdi e Sinistra, che non faceva parte del consiglio. Insomma, il timore è che alla fine non si riesca a mettere in campo quello che potremmo definire "campo vasto" per la celeberrima chat da cui l'ex sindaco di Genova, presidente di Regione e ministro Claudio Burlando predica da tempo la massima unità possibile, abbracciando anche i renziani.
Alcuni a sinistra invece sventolano la possibilità di un 'listone riformista' che riunisca i centristi ma per altri rischia di esserci poco tempo per organizzare un'operazione di questo tipo. Chi potrebbe rientrare in questo listone è sicuramente Azione, che nonostante alcune dichiarazioni del suo leader Carlo Calenda abbiano scosso un po' l'ambiente, tanto da far dire al consigliere comunale del Pd Alberto Pandolfo proprio ai microfoni di Primocanale che nella coalizione "Italia viva la metto dentro, Azione ancora no" (LEGGI QUI), in Liguria si è schierata in opposizione tanto a Toti in Regione con Pippo Rossetti quanto a Bucci in Comune con Cristina Lodi e quindi dovrebbe rientrare nel campo largo.
In generale, il ritardo nella presentazione del candidato sa di occasione persa: c'era tempo e modo di scattare e andare in fuga con un centrodestra attendista per gli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria ma quello che secondo alcuni doveva essere un percorso locale è stato lasciato trasformarsi in una trattativa romana. Ieri sera alla Festa dell'Unità itinerante di Rossiglione Orlando ha parlato da candidato e dall'interno dei dem qualcuno è spazientito per questo continuo slittamento dell'ufficialità.
Lato centrodestra la situazione è ancora in sospeso: tra pochi giorni se non ore (secondo alcuni entro il 18 agosto) si dovrebbe avere il nome del candidato e a seconda di chi sarà tra Pietro Piciocchi e Ilaria Cavo potranno presumibilmente spostarsi le ambizioni delle loro liste di riferimento, Vince Genova (che per l'occasione dovrebbe diventare Vince Liguria con una federazione civica che coinvolgerebbe anche il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e il primo cittadino di Imperia Claudio Scajola) e la lista Toti. La lista del presidente infatti potrebbe riuscire ad attrarre più voti e quindi portare più persone in consiglio. In caso di una terza figura, ormai poco probabile salvo risvolti clamorosi dopo i numerosi no incassati (Delfino, Bonsignore, Gozzi, Rixi, Beppe Costa), ci sarebbe poco spazio al centro per una lista del candidato. Quello che è certo è che lo spazio per incassare altri no è finito: qualunque rifiuto potrebbe infatti indebolire la posizione di Piciocchi e Cavo che rischierebbero di somigliare ad un ripiego più che ad una scelta convinta da parte dell'attuale maggioranza. Insomma, il prossimo nome sarà quello del candidato e non più un'ipotesi.
Le proposte avanzate dalla Lega (Alessio e Alessandro Piana) e quella di Forza Italia (Carlo Bagnasco) non sembra abbiano attecchito nelle stanze romane del centrodestra mentre un po' a sorpresa Fratelli d'Italia si è mossa molto sotto traccia nonostante sia nettamente il primo partito della coalizione. In ogni caso però l'ultima parola spetterà proprio al partito di Giorgia Meloni, che ha dato mandato a Ignazio La Russa di occuparsi della questione ligure insieme agli alleati. Visti i rapporti non è difficile immaginare che un peso specifico piuttosto elevato possa averlo quindi Claudio Scajola, che pochi giorni fa si è anche visto a cena con l'ex presidente Giovanni Toti, molto impegnato per la vicenda giudiziaria ma comunque coinvolto nella decisione.
In ogni caso dovrebbe mancare veramente poco alla presentazione dei nomi e anche gli ultimi dubbi verranno sciolti: a quel punto la partita delle Elezioni Regionali entrerà veramente nel vivo.