GENOVA-"I rapporti tra la Liguria e la Russia sono ottimi su tutti i fronti ma le tensioni internazionali sono serie e non riguardano solo la situazione ucraina ma, più complessivamente, l’equilibrio tra la Russia e il resto del mondo": lo ha detto al palazzo della Borsa di Genova, durante il V seminario italo-russo, l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov.
"Tra il primo ministro Mario Draghi e il presidente Vladimir Putin ci sono state cinque conversazioni telefoniche - racconta Razov - nei giorni scorsi il ministro Luigi Di Maio è stato in visita a Mosca, buona occasione per approfondire i temi di interesse comune in questo momento delicato".
Razov spiega all’audience del palazzo della Borsa le ragioni della contesa con Kiev che mettono paura a tutto il mondo: "Noi diciamo no all’espansione della Nato, no al dislocamento di truppe ai nostri confini, chiediamo di ritornare agli accordi di cooperazione Nato-Russia siglati nel 1997. Perché ci opponiamo all’ingresso dell’Ucraina nella Nato? Perché il punto 5 del patto tra Ucraina e Nato prevede che in caso di tensioni militari tra Ucraina e Russia la Nato sarebbe chiamata a intervenire e lo scenario che si aprirebbe è facilmente ipotizzabile, visto che parliamo di paesi dotati di armi nucleari".
"Abbiamo sentito il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron dire che l’Ucraina, al momento, non entrerà nella Nato: cosa significa quel ‘al momento’? Vuole dire che oggi non avverrà ma domani o dopodomani forse si? Per noi è inaccettabile".
Razov, in sostanza, erige la Russia a difensore della pace e incolpa la comunità internazionale per l’avvicinamento tra la Russia e la Cina: "Veniamo accusati di aver formato un asse con Pechino, che cosa dovremmo fare viste le minacce di terribili sanzioni che riceviamo da Europa e Stati Uniti? Ci minacciate e poi vi spaventate"?
L'ambasciatore Razov si sofferma anche sulla crisi energetica in atto, con il prezzo del gas schizzato al massimo storico: "Il presidente Putin ha offerto all’Italia una maggiore fornitura di gas ma questa è una soluzione politica a un problema che non è politico ma commerciale". Anche su questo tema Razov scarica su altri ogni possibile responsabilità russa: "Non vogliamo uccidere nessuno, non dovete demonizzare la Russia, siate ragionevoli".