A meno di una settimana dall'avvio del processo per l'omicidio di Nada Cella (nella foto a destra) fissato per giovedì prossimo 6 febbraio in corte di Assise spunta una testimone chiave che smonterebbe la ricostruzione dell'accusa e avvallerebbe che il rapporto fra Soracco e Cecere (nella foto a sinistra) era solo superficiale e di conseguenza minerebbe anche il movente del delitto per cui la donna avrebbe ucciso per accasarsi con il commercialista e rubare il posto di lavoro alla segretaria uccisa.
Una carta a sorpresa
È la carta a sorpresa dell'esperto avvocato Andrea Vernazza, difensore di Marco Soracco e della mamma Marisa Bacchioni, rinviati a giudizio nel processo per il delitto commesso a Chiavari il 6 maggio del 1996 perché avrebbero favorito la potenziale assassina Anna Lucia Cecere, l'unica imputata accusata di omicidio volontario aggravato.
In una telefonata Cecere definita stalker
Cecere per il pm Dotto e per la polizia aveva un rapporto non superficiale con Soracco, che lo ha sempre negato, così come la mamma, che però in una telefonata registrata dice a un'amica che siccome Cecere era diventata "una stalker" aveva ordinato a Nada di non passare più le sue telefonate al figlio.
Intercettazione tradisce il commercialista
Ma contro il commercialista c'è anche la registrazione di una telefonata che Cecere gli fece nel maggio del 1996, pochi giorni dopo il delitto, subito dopo avere subito la perquisizione da parte dei carabinieri. Soracco appena sente la sua voce dice, "Anna, sei tu Anna?" di fatto riconoscendola subito.
Ma nessuno li ha mai visti insieme
A favore del commercialista c'è una dato di fatto racocntaro dalle carte: fra i tantissimi testi ascoltati dagli inquirenti non c'è nessuno che dice di averlo mai visto da solo con Cecere. L'unica volta che vengono visti insieme è stato in una sala da ballo sopra Chiavari mesi prima del delitto. Poi basta.
La teste dirà: "Ero io non Cecere"
L'unica teste citata dall'avvocato Vernazza è una giovane collega di Soracco laureata in scienze commerciali che ora lavora a Brescia. Lei smonterebbe la versione di un anziano ascoltato dalla procura per cui giorni prima del delitto Soracco e Cecere erano insieme in una festa della scuola di ballo in un ristorante sul Lago di Giacopiane: "Ma quella donna - così dirà la teste ai giudici della corte di Assise- non era Cecere ma ero io".
Una tesi che potrebbe non spaventare la procura visto che, salvo colpi a sorpresa, dalle carte l'unico incontro pubblico fra Cecere e Soracco sarebbe appunto quello nella sala da ballo sulle alture di Chiavari mesi prima del delitto. Un punto in cui fra le parti in aula potrebbe esserci una battaglia.
Il processo rischia di slittare di mesi
Il processo del sei febbraio è però a rischio sospensione perchè il legale di Soracco ha sollevato problema di costituzionalità. Secondo l'avvocato Vernazza il rinvio a giudizio avrebbe dovuto essere motivato perché annullava una precedente sentenza di proscioglimento del Gip Nutini motivata.
La parola spetta adesso alla Corte d'assise presieduta da Massimo Cusatti: nel caso in cui rinviasse alla Corte costituzionale, il processo verrebbe sospeso per mesi in attesa della decisione dei giudici.
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