"Minoranze religiose e fascismo. L'altra faccia del Concordato", è questo il titolo dell'incontro organizzato dalla Fondazione Diesse e che si terrà martedì prossimo, 11 febbraio, alle 17 a Genova nella Sala Munizioniere di Palazzo Ducale. A quasi un secolo dalla firma del Concordato e dall'emanazione della legge sui culti ammessi, si vuole proporre una riflessione su un aspetto del fascismo spesso ignorato. All'incontro interverranno Orietta Arcangeli, nipote di perseguitati; William Jourdan, Pastore Valdese; Massimo Rubboli, Università di Genova; Valdo Spini, presidente Fondazione Circolo Rosselli e Mara Carocci, Fondazione Diesse.
Quali sono i temi trattati
"Vogliamo approfondire il tema delle ripercussioni sulle chiese cosiddette “acattoliche”, e già il termine è indicativo perché sottolinea una mancanza, un’inferiorità, sulla vita dei loro fedeli. Gli evangelici sono ritenuti nemici del regime, corpo estraneo innestato in Italia dagli anglosassoni. Per questo bisogna isolare le chiese dalla società, farle ripiegare su se stesse, tagliarle dai legami, anche finanziari, che arrivano dall’estero, così da farle estinguere" spiega Mara Carocci, Fondazione Diesse. Con il consolidamento al potere del fascismo seguono una serie di provvedimenti illiberali mentre si manifestano i primi segnali di intolleranza religiosa per le minoranze dei culti acattolici presenti in Italia.
Il ruolo della religione cattolica
Nell'articolo 1 del Concordato - che resta uguale a quello dello Statuto Albertino - la religione cattolica è riconosciuta come la sola religione dello Stato e l'articolo 5, che vieta che i sacerdoti apostati ricoprano uffici pubblici. Ma anche se la legge sui culti ammessi sembra accordare alle chiese evangeliche il riconoscimento giuridico, dando loro la possibilità di celebrare matrimoni religiosi con rito evangelico, in realtà sarà impossibile per loro uscire dal ristretto luogo di culto ed affacciarsi alla vita pubblica.