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Politica

Nel campo 13 dei partigiani circa 300 tombe per ricordare chi ha donato la propria vita per la libertà
3 minuti e 51 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

Il cimitero di Staglieno non è solo un luogo di culto ma anche un presidio culturale, simbolo della storia genovese grazie anche alle tante ("importanti") sepolture. Da Constance Mary Lloyd Wilde (moglie di Oscar Wilde) a Fabrizio De André passando per Nino Bixio ed Enrico Alberto d'Albertis, fino ad arrivare a Govi, Giuseppe Mazzini, Edoardo Sanguineti. Al campo 13 del cimitero di Staglieno si trova anche il campo dedicato ai caduti partigiani, realizzato nel 1946 e che contiene 268 tombe. Altri caduti si trovano in diversi cimiteri cittadini.

Chi erano i partigiani sepolti a Staglieno

"Al cospetto di queste tombe, ripercorrendo le parabole esistenziali di questi uomini e donne che hanno dato la loro vita per la libertà, in una sorta di Spoon River Partigiana, per riprendere il titolo di un significativo libro scritto da Giordano Bruschi e Giuseppe Morabito e dedicato ai partigiani, emergono una serie di riflessioni" spiega a Primocanale Paolo Battifora, storico e coordinatore scientifico dell'Ilsrec-Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Erano persone comuni, persone come noi, che hanno scelto da che parte stare della storia: ma un conto è scegliere, un altro è decidere di mettere a repentaglio la propria vita per la libertà. Ed è per questo che non bisogna dimenticare. "Proprio dalle parabole esistenziali di questi caduti emerge la dimensione plurale, articolata, multiforme della Resistenza, perché alla Resistenza hanno preso parte uomini e donne delle più diverse estrazioni sociali, etnografiche, professioni - commenta Paolo Battifora -. Hanno fatto parte della Resistenza comunisti e liberali, persone che avevano una chiara appartenenza politica e persone che erano prive di alcuna chiara consapevolezza politica. Hanno preso parte intellettuali e studenti, operai e artigiani, militari, esponenti del clero. Il ruolo delle donne nella Resistenza per molto tempo è stato colpevolmente sottovalutato, trascurato e legato a una dimensione subordinata".

Il ruolo delle donne nella resistenza

I veri volontari della Resistenza sono state proprio le donne, perché non sono state indotte da fattori esterni come invece poteva capitare per molti giovani maschi, che per sfuggire ai bandi di arruolamento nell'esercito di Salò per una eterogenesi dei figli, poi finivano fatti salire in montagna. "Voglio ribadire con estrema chiarezza che non erano dei super uomini e delle super donne, non erano dotate di una natura altra atta a predisporre loro al coraggio, all'eroismo, al sacrificio - prosegue lo storico Paolo Battifora -. La loro eccezionalità, proprio perché erano uomini e donne come noi, con i nostri pregi, con i nostri effetti, la loro eccezionalità consistete nella scelta che compivano nell'ora più buia e drammatica per il nostro Paese. Una responsabilità che non poteva essere addebitata a un altro potere, a un'altra istituzione. Cioè non potevano dire mi è stato ordinato di, e quindi la responsabilità è del generale. Dovevano rispondere alla propria coscienza". Cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la resistenza? "Io sono uno storico e la storia non si fa con i se e con i ma, sarebbero forse mutate le sorti della Seconda Guerra Mondiale? La risposta ovviamente è no, certamente gli alleati ci avrebbero messo molto di più a risalire la penisola, ci sarebbero state più distruzioni, più morti. Ma le sorti del conflitto non sarebbero mutate" spiega Paolo Battifora.

La Costituzione italiana grazie ai partigiani

E allora dobbiamo capire perché è così importante ricordare la Resistenza, perché a ottant'anni da quel 25 Aprile bisogna assolutamente non dimenticare? "Perché se la resistenza non ci fosse stata, la libertà sarebbe stata una gentile concessione degli anglo-americani. Genova è la città in assoluto in Europa che è simbolo della resistenza, non a caso è stata scelta come simbolo dell'ottantesimo perché non si deve mai dimenticare. "Genova può vantare questo primato, che è stato l'unica grande città in Europa, a liberarsi da sola prima dell'arrivo degli alleati - spiega Battifora -, nel tardo pomeriggio del 25 aprile il generale Günther Meinhold si è arreso nelle mani di Remo Scappini. Non si deve dimenticare perché vi è un nesso inestricabile tra Resistenza, Repubblica e Costituzione. Non ci fosse stata la Resistenza non ci sarebbe stato il 2 giugno 1946, non vi sarebbe stato un referendum istituzionale e gli italiani non avrebbero potuto decidere se continuare a essere una monarchia o diventare una Repubblica. Così, non si sarebbe scritta la Costituzione che probabilmente sarebbe stata dettata loro da qualche funzionario di Londra o di Washington. Così non è avvenuto". Insomma, si è scritto il futuro grazie al sacrificio di uomini e donne che hanno lottato, resistito, per la libertà e la democrazia. Così è nata la Liberazione.

Il campo dei partigiani nel cimitero di Staglieno a Genova

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