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Politica

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di steris
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Non accenna a placarsi la polemica tra Giovanni Toti da una parte e dall'altra l'Anpi, a meno di un mese dal prossimo 25 aprile e mentre l'associazione partigiana (aperta dal 2006, su una base di condivisione valoriale, anche ai non direttamente impegnati nella lotta di liberazione) chiude il suo congresso nazionale. Il dissenso dei custodi dei valori resistenziali storici sull'invio di armi all'Ucraina aveva provocato un botta e risposta fra Toti, la stessa Anpi e via via i partiti originati nel tempo dal cambio di nome del PCI, dal Pd a LeU a Si al Prc.

Oggi, in margine alla presentazione della ricandidatura di Peracchini alla carica di sindaco della Spezia, il nuovo distinguo di Toti: "Se un giorno all'anno noi celebriamo la lotta e talvolta il sacrificio di patrioti che avevano preso armi date da potenze alleate, ovvero americani e inglesi, con lanci paracadutati sulle montagne, e talvolta come accaduto in alcune città della Liguria, vedi Genova città medaglia d'oro della resistenza, ha saputo liberarsi da sola ancor prima dell'arrivo dei carri armati con la stella americana o l'union jack inglese, io credo che chi creda in questo valore non poasa che affiancare il popolo ucraino nella sua resistenza anche fornendogli le armi per difendersi. O vi sono dei valori per cui vale la pena tirare fuori un fucile e combattere e talvolta anche morire oppure quei valori non ci sono. Il 25 aprile celebriamo una guerra vinta di liberazione dalla tirannia e dall'oppressione straniera combattuta con fucili dati da delle potenze straniere all'Italia. Qual è la differenza con quello che accade oggi in Ucraina?".

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