Vai all'articolo sul sito completo

Politica

2 minuti e 20 secondi di lettura
di r.p.

E' da confermare l'assoluzione con la formula "perchè il fatto non sussiste", - scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi del proscioglimento deciso il 15 marzo dei 19 consiglieri della Regione Liguria, tra i quali il deputato della Lega Edoardo Rixi, rinviati a giudizio per peculato nel caso 'spese pazze' - in quanto la Corte di Appello di Genova in "modo puntuale" ha escluso che i politici locali volessero, tramite i rimborsi, usufruire dei fondi per il "soddisfacimento di interessi privati".

E poi - prosegue il verdetto 20645 della Sesta sezione penale che ha bocciato il ricorso del Pg di Genova, per fatti accaduti tra il 7 maggio 2010 e il 31 gennaio 2013, data ultima dei rendiconti - molte spese sono state "assai modeste" e per di più di un tipo tra il consentito e il forse no, e la legge regionale sui rimborsi delle spese non era abbastanza chiara.

Per di più - sottolinea la Suprema Corte - il ricorso della Procura generale della Corte di Appello di Genova contro le assoluzioni, è "radicalmente inammissibile per manifesta carenza di interesse in relazione alla non decisività dell'impugnazione". In proposito, spiegano i supremi giudici, il fatto che il Pg non abbia contestato l'esclusione del dolo degli imputati, cristallizza in "irrevocabile" il giudizio di assoluzione.

"L'omessa impugnazione dell'elemento psicologico del reato", sottolineano gli ermellini, rende "ormai coperto dal giudicato il capo della sentenza di assoluzione degli imputati, indipendentemente dalle valutazioni sulla rilevanza penale della condotta". Proseguono nel ragionamento i supremi giudici spiegando che la Cassazione "quand'anche ritenesse annullabile" il proscioglimento per dubbi sull'esclusione "della condotta tipica del peculato", resterebbe "in ogni caso ferma l'affermata mancanza dell'ulteriore requisito previsto dalla fattispecie e cioè il dolo appropriativo del pubblico ufficiale". Quindi non solo la Corte di Appello - afferma la Cassazione - ha escluso "in modo puntuale, la sussistenza del dolo, affermando che non risultava 'acclarata alcuna coscienza e volontà di appropriazione di somme erogate dall'ente a titolo di contributo, indirizzate esplicitamente al soddisfacimento di interessi privati", ma si deve escludere "la sussistenza di un interesse ad impugnare del Pubblico ministero, laddove l'esito del ricorso sarebbe unicamente quella di modificare la formula del proscioglimento".

Rixi, il 30 maggio 2019, si dimise da viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti dopo la condanna di primo grado a tre anni e cinque mesi per le 'spese pazze', ora oltre che parlamentare è anche il coordinatore della Lega in Liguria. Secondo l'accusa, i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gratta e vinci, ostriche, fiori. In alcuni casi, per l'accusa, venivano consegnate ricevute dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Per diverse centinaia di migliaia di euro. Le pezze giustificative spesso si riferivano a periodi festivi: Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e Primo Maggio. Giorni "sospetti", secondo il pm, per svolgere attività istituzionale.