GENOVA - Ormai la questione sembra essere diventata puramente tecnico-amministrativa, cioè quali procedure attuare per far sì che si aggiusti il tiro sul bando di gara per la nuova diga foranea di Genova, in virtù del costo aumentato delle materie prime dovuto alla guerra in Ucraina.
Oggi scade il termine per la presentazione delle offerte per l’opera, ma c’è ormai la quasi certezza che non ci sarà. Nessuna busta da aprire. La cordata We Build e Fincantieri ha già mandato una lettera al presidente del porto Signorini in cui spiega le motivazioni della non presentazione (leggi qui). Manca la certezza in merito al gruppo spagnolo che comprende anche Gavio e Caltagirone, ma l’impressione è che la gara andrà deserta. Non sono bastate le rassicurazioni del ministro Giovannini sull’aggiustamento del valore della gara in corso d’opera.
L’Autorità portuale non potrà commentare fino a quando non ci sarà la scadenza ufficiale in mattinata nel bando. Il timore è che ci possa essere uno slittamento dei tempi visto che la prima fase della diga dovrà essere conclusa entro la fine del 2026 per poter ottenere i finanziamenti previsti dal PNRR.
Verrà scritto in fretta e furia un nuovo bando di gara? Quali sono le procedure tecniche per riuscire a risolvere in tempi brevi la questione? Si saprà solo nelle prossime ore.