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Porto e trasporti

Si stima che nel mondo siano già oltre 41 mila le rotte cancellate dagli scioperi, 7mila di questi nel nostro Paese: una mannaia che ha colpito in misura molto relativa il Cristoforo Colombo di Genova ma che ha comunque creato problemi ai viaggiatori
3 minuti e 31 secondi di lettura
di Matteo Cantile

GENOVA - La piena ripartenza della mobilità delle persone, tanto auspicata dopo la pandemia, resta una chimera: tra i rigurgiti del Covid e con la guerra in Ucraina che spaventa e fa schizzare i prezzi delle materie prime, si è inserito nelle ultime settimane il caos negli aeroporti di tutto il mondo con i voli cancellati per le proteste organizzate dai lavoratori.

Si stima che nel mondo siano già oltre 41 mila le rotte cancellate dagli scioperi, 7mila di questi nel nostro Paese: una mannaia che ha colpito in misura molto relativa il Cristoforo Colombo di Genova ma che ha comunque creato problemi a quei viaggiatori che avevano previsto scali in altri aeroporti europei per raggiungere le destinazioni finali. Le statistiche dell’Aeroporto di Genova per il mese di giugno evidenziano un incremento dei ritardi dei voli in arrivo, passati dal 10% del 2019 al 20% di quest’anno. Le cancellazioni di voli sul nostro aeroporto sono passate dall’1,5% di giugno 2019 al 3% di giugno 2022. Dati generalmente migliori rispetto alla media internazionale. 

Particolarmente colpite dagli scioperi sono le compagnie low cost, considerate un modello di efficienza seguendo le ragioni econometriche ma osteggiate dai loro dipendenti che si sentono sfruttati e sottopagati. Secondo il report stilato dalla piattaforma Mabrian Techonolgies, società di analisi in ambito turistico, è Easy Jet la compagnia europea con il massimo numero di voli cancellati.

Il colosso britannico aveva già occupato le pagine economiche dopo le dimissioni del suo direttore operativo, Peter Bellew, che aveva deciso di lasciare l’azienda dopo che la stessa aveva tagliato migliaia di voli, in molti casi con scarsissimo preavviso, lasciando a terra passeggeri sbigottiti. Le compagnie stanno pagando a caro prezzo i licenziamenti a tappeto decisi durante la fase più dura del Covid, ai quali non è seguita una seria campagna di riassunzioni: con lo scarso personale alle loro dipendenze, e nonostante i turni massacranti, è ora impossibile garantire la piena operatività estiva e, al contempo, è difficile rispondere alla domanda di lavoro più dignitoso da parte dei lavoratori che, infatti, scioperano in tutto il continente.

Easy Jet, in particolare, ha già annunciato una serie impressionante di astensioni, ben otto giorni solo nel mese di luglio: 2 e 3 luglio, date ormai passate con problemi giganteschi per i viaggiatori, e ancora 15, 16, 17 e 29, 30 e 31 luglio. Una caporetto nei collegamenti. Anche l’irlandese Ryanair, altra compagnia aerea nota per il totale contenimento dei costi, vive un momento di rapporti tesi con i suoi stessi dipendenti: dopo gli scioperi dell’8 e del 24 giugno, che hanno lasciato a terra decine di migliaia di viaggiatori in tutta Europa, i sindacati hanno annunciato una seconda astensione per il prossimo 17 luglio, proprio nel pieno delle partenze estive. La domanda dei sindacati di categoria è sempre la stessa, ‘condizioni di lavoro più dignitose’.

Nel frattempo i viaggiatori non sanno come pianificare le loro partenze e sperano, in caso di sciopero, di poter ottenere un rimborso. Su quest’ultimo punto va ricordato che a tutte le compagnie che battono bandiera europea si applicano le previsioni del Regolamento dell’Unione Europea 261: i viaggiatori devono essere riaccomodati su un altro volo oppure possono chiedere il risarcimento del prezzo corrisposto per il biglietto. Può anche essere possibile chiedere il risarcimento del danno subito, qualora lo sciopero sia stato indetto con meno di due settimane di anticipo: in caso di preavviso più congruo, però, il danno causato dalla cancellazione non è contemplato.

Oltre alle compagnie, ora i sindacati stanno iniziando a indire scioperi anche per il personale di terra: il prossimo 17 luglio, per esempio, incroceranno le braccia i lavoratori dell’aeroporto Marconi di Bologna per protestare contro i continui assembramenti e i turni massacranti. E lo stesso sta accadendo in moltissimi aeroporti in tutta Europa.

Prima di partire, dunque, è bene verificare che lungo tutta la tratta che conduce alla destinazione finale non siano previsti scioperi: e, visto il numero impressionante di manifestazioni di protesta organizzate in questa estate, appare molto difficile trovare le date giuste per muoversi in tranquillità. L'Aeroporto di Genova, comunque, prova a tranquillizzare la clientela: "La nostra organizzazione lavora per ridurre il più possibile l’impatto di queste problematiche sia da un punto di vista operativo, nella gestione di aeromobili, viaggiatori e bagagli una volta a terra, sia garantendo assistenza e informazioni ai passeggeri dei voli coinvolti da ritardi o cancellazioni". 

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