GENOVA - Non lascia molte speranze l'amministratore delegato di Acciaierie d'Italia, Franco Bernabè, a chi, in primis il sindaco di Genova e il presidente della Regione, chiede spazi delle aree ex Ilva di Cornigliano per la città, per realizzare un autoparco ma anche molto altro, spazi di fruizione per la città: "Al momento, nelle condizioni attuali, ci servono tutte. Oggi è un argomento di cui non si può parlare" è in sintesi il suo messaggio, senza tanti fronzoli. La sua analisi parte dalla situazione dei fondi che servirebbero, dalla difficoltà a reperire credito bancario. Così risponde quando gli si chiede dei 250 cassintegrati.
"In un processo di trasformazione il tema può essere rimesso in discussione - spiega ancora Bernabè -, però richiede una completa trasformazione dell'assetto produttivo dello stabilimento. Nella condizione attuale c'è poco che si possa fare".
La settimana scorsa Acciaierie d'Italia ha deciso di fermare per tutto agosto l'impianto Afo2 di Taranto e per diretta conseguenza nello stabilimento di Genova Cornigliano si ferma la linea zincato e 250 lavoratori vanno in cassa integrazione fino al 31 agosto. "La cassa integrazione non è una strategia - precisa ancora Bernabè - serve per fronteggiare un problema che si sta ponendo. Il prezzo del gas è davvero insostenibile" precisa l'amministratore delegato di Acciaierie d'Italia in riferimento al quadro macro economico internazionale conseguente alla guerra in Ucraina.