GENOVA - Con quale intensità di vento si blocca l'operatività dei vari terminal del porto di Genova, Vado, La Spezia? Chi detta le regole? Quali sono le motivazioni? Quanto il vento è nemico del porto? Inizia un'inchiesta di Primocanale su questo tema, passando in rassegna i diversi terminal dei porti di Genova, Savona, Vado e La Spezia. Oggi iniziamo con il terminal di Geova Prà e con il Sech di Sampierdarena, di Psa Italy. Incontriamo l'amministratore delegato Roberto Ferrari.
"I nostri due terminal, Pra' e Sech, hanno le stesse regole. Con 72 km orari di vento si bloccano tutte le attività relative ai contenitori vuoti, si blocca il gate per i vuoti, quindi non entrano più mezzi, si scaricano (e mettono in sicurezza) i camion con i vuoti che ci sono e vengono fatti uscire. Nessuna operazione sui vuoti viene più eseguita. Con 85 km orari di vento si bloccano anche le attività dei contenitori pieni quindi si chiude completamente il terminal.
I lavoratori non possono più lavorare, vengono evacuati dai piazzali, vanno nella "stanza del vento" perché scatta un semaforo rosso e quando torna verde riprendono le loro attività.
I nostri mezzi sono dotati di sensori e anemometri per il vento, e anche le gru, collegati agli schermi che indicano l'intensità del vento e fano scattare i divieti. E' una questione di sicurezza, infatti abbiamo concordato le procedure con i sindacati e gli rls, i responsabili dei lavoratori per la sicurezza. Di fronte alla sicurezza non ci sono negoziazioni da fare, viene prima di tutto".
Ovviamente, spiega Ferrari, è difficile calcolare una media di giornate di stop all'anno: "In inverno ci possono essere due-tre giorni di stop, ma è una stima difficile da fare. A volte poi le limitazioni magari non riguardano tutti i turni di lavoro ma solo alcuni. Il vento peraltro a Prà incide molto di più che al Sech di Sampierdarena".