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Porto e trasporti

Seconda puntata del nostro approfondimento
2 minuti e 26 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani
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GENOVA - Nuova puntata della nostra inchiesta sul tunnel subportuale di Genova, che collegherà la zona di San Benigno con viale Brigate Partigiane. Un'opera tentata già da tre sindaci (Pericu, Vincenzi e Doria) in vent'anni, ma senza successo. Ora di diverso, a favore del primo cittadino, ci sono i fondi, 700 milioni, previsti dall'accordo compensativo tra Comune e Autostrade dopo il crollo di ponte Morandi, sulle cui ceneri nascerà il tunnel, se nascerà davvero questa volta (GUARDA QUI).

 

Primocanale già un anno fa, con un'inchiesta, espresse perplessità per la effettiva realizzabilità del tunnel, e anche recentemente, (GUARDA L'INTERVISTA DI MAURIZIO ROSSI AL SINDACO BUCCI), e alcuni esponenti di spicco del mondo portuale pure (Spinelli, Duci di Conftrasporto, Monzani di Stazioni Marittima). Certo è che gli ostacoli sulla fattibilità di un'opera così complessa ci sono, sono tanti, e vanno oltre le parole: sono scritti nel decreto dirigenziale del settore Valutazione di impatto ambientale della Regione del 10 settembre (LEGGI QUI), che parla di otto interferenze, che vanno dal nuovo nodo di San Benigno, al varco Etiopia in sospensione che verrà realizzato, ai binari e alla viabilità portuale, alla nuova diga, al waterfront di Levante, alle fondamenta del nuovo ospedale Galliera. Un elenco che farebbe impallidire anche il più spregiudicato, ma non il sindaco che va dritto per la sua strada. 

“Sono assolutamente dettagli rispetto all’entità dell’opera e alla visione dell’opera, di quello di cui c’è bisogno per Genova. Queste cose è giusto sottolinearle, è giusto lavorarci sopra ma se questi fossero i problemi sarei l’uomo più felice del mondo, in realtà ce ne saranno tanti altri che non so nemmeno quali saranno e che dovranno essere affrontati con la solita energia, il solito sistema, per arrivare al successo finale come abbiamo fatto in tante altre cose. Lo faremo anche per questo opera che è strategica per Genova e quindi quando c’è un’opera strategica per la città come la diga, i “signor no” servono poco”.

Pensa che queste interferenze del tunnel potrebbero allungare un po’ i tempi di realizzazione del tunnel? Lei aveva detto inizio lavori a metà 2023...

“No, l’apertura dei cantieri è una cosa positiva e queste interferenze non complica nulla, sono lavori che bisogna fare e quindi andremo avanti per farlo”.

Tempi di realizzazione?

"Si parla di cinque anni di lavori, che potrebbero anche arrivare a quattro, bisognerà vedere quali sono le tecnologie disponibili, come fare il lavoro, però parliamo di un tempo compreso tra i 4 e i 5 anni”.

Qual è il ruolo di Renzo Piano?
“Ci ha aiutato molto a fare sia il progetto nella parte iniziale che nella parte di uscita, diciamo la parte di ponente e la parte di levante ma anche della parte centrale perché l’uscita di Madre di Dio ad esempio sarà una bellissima rivoluzione e qui i meriti vanno al contributo di Piano”.

E sulla sopraelevata che cosa mi dice?
“Non abbiamo nessuna progetto definitivo”.

(... CONTINUA)

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