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Porto e trasporti

A Primocanale parla il numero uno di Assarmatori
1 minuto e 50 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

GENOVA - Quali contenuti avrà il ministero delle Politiche del mare e del Sud? I porti resteranno, come sembra, di competenza del ministero delle Infrastrutture? Senza aver ancora risposte certe e ufficiali, abbiamo chiesto un commento al presidente di Assarmatori, il genovese Stefano Messina. 

"Credo sarà fondamentale, prima di poterci esprimere con compiutezza sull’istituzione del nuovo Ministero per le Politiche del Mare, capire come saranno distribuite deleghe e competenze che riguardano portualità, shipping e logistica all’interno del nuovo assetto di Governo – commenta il Presidente di Assarmatori Stefano Messina –. Il nuovo dicastero può essere visto come un segnale di ancora maggiore attenzione verso la Blue Economy, le aziende e gli investimenti ad essa strettamente correlati, ma è davvero troppo presto per poter formulare giudizi sensati e non avventati, ed è giusto ribadire come trasporti e logistica ormai vadano visti in un’ottica integrata e non come compartimenti stagni. Auguriamo buon lavoro sia a Nello Musumeci sia a Matteo Salvini, e siamo pronti a collaborare con il nuovo Esecutivo sui tanti dossier aperti per dare il nostro contributo di esperienza, competenza e lavoro. Non mancano certo le priorità da affrontare per quanto riguarda il nostro comparto. Ne cito tre fra quelle sulle quali la nostra Associazione sta lavorando da tempo: la difesa a livello europeo della peculiarità italiana nei collegamenti marittimi, e quindi battersi per esentare dall’ETS tutti i collegamenti insulari e le Autostrade del Mare, vero strumento di sostenibilità ambientale; la semplificazione del sistema regolatorio del settore, dopo l’estensione del Registro Internazionale, per rendere la bandiera italiana competitiva con quella degli altri Paesi UE ed evitare il rischio di flagging out; un coordinamento nazionale delle politiche di Blue Economy, a partire dall’elettrificazione dei porti, per la quale occorre dare priorità alle banchine dove ormeggiano le navi che, per ragione di operatività dei servizi, trascorrono più tempo all’interno degli scali".

“Ormai è chiaro a tutti e non solo agli addetti ai lavori quanto il trasporto marittimo sia un asset fondamentale per il nostro Paese, in grado di attivare investimenti e posti di lavoro. Un settore quindi da tutelare e, in una virtuosa collaborazione fra aziende, corpi intermedi e Governo, continuare a sviluppare sempre di più”, conclude Messina.