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Porto e trasporti

Siamo andati a vedere come si sta operando per sbloccare i lavori ad Arquata
1 minuto e 35 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani
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VOLTAGGIO - Al cantiere si arriva percorrendo con una jeep uno sterrato che dalla strada principale attraversa un piccolo bosco immerso nelle colline piemontesi. Siamo nel comune di Voltaggio, in provincia di Alessandria, in val Carbonasca. Qui Webuild, che sta eseguendo i lavori per il terzo valico ferroviario Genova-Tortona, ha portato delle grandi macchine perforatrici, nel prato poco distante da un rustico, che bucano il terreno fino a 300 metri di profondità, cioè laddove passeranno i binari del terzo valico. Prelevano delle grandi "carote" di materiale roccioso, per capirne la composizione e poter sperare di ridare avvio alle due talep, bloccate da metà luglio tra Arquata Scrivia e Voltaggio, in due tunnel paralleli lunghi circa 10 km e a cui mancano circa 1700 metri per sbucare. Se non fosse per quella conformazione geologica particolare che ha fatto franare le volte appena scavate, finite sulle talpe, ferme da oltre 4 mesi. 

"Abbiamo aperto ad ottobre sei fronti di carotaggio, in questa zona - spiega a Primocanale l'ingegner Salvatore Caruso, responsabile per Webuild del tronco di valico Piemonte - e contiamo di chiuderli a gennaio del 2023. Preleviamo materiale per capire la conformazione del sottosuolo. La speranza è di poter ripartire con le talpe ferme ma nel frattempo stiamo anche scavando con il metodo tradizionale dalla parte di Voltaggio" per andare incontro alle talpe bloccate. I tempi di questa metodologia sono certo maggiori rispetto a quelli con uso della talpa, ma si sta così procedendo senza star fermi. "C'è possibilità che si recuperino i ritardi e si possa finire l'opera entro dicembre del 2024" aveva dichiarato poco tempo fa il commissario del Terzo valico Calogero Mauceri. 

"Abbiamo anche degli elicotteri impiegati per portare i materiali - continua l'ingegner Caruso - e oggi ad esempio abbiamo 14 voli perchè la zona è spesso impervia e quindi non agevole per portare i materiali più ingombranti usati per gli scavi con altri mezzi".