La posizione di Confindustria Genova sul collegamento ciclo pedonale tra waterfront e Porto Antico è contraria agli interessi della città: l’uscita degli industriali, che contestano il progetto di Renzo Piano, suona come una sorpresa e una minaccia ai piani di sviluppo turistico e sociale del capoluogo ligure.
Piano ha disegnato il nuovo waterfront pensandolo come un’unica grande area contigua al Porto Antico: su questo punto la volontà dell’archistar, e dell’amministrazione Bucci, è saldissima; nell’ottica di questo progetto il fronte mare di Genova sarà un tutt’uno, a partire da Boccadasse, passando per corso Italia, piazzale Kennedy, l’ex fiera e infine il porto Antico. E’ impensabile che il cuore di ciò che ha immaginato Renzo Piano, e cioè la completa restituzione del loro mare ai cittadini genovesi, si incagli per i capricci di una lobby economica.
Sarà inevitabile aprire una discussione tecnica, questo certamente si, ma non è possibile chiudersi a riccio rispetto a una proposta che è vincolante per il destino turistico della città.
Secondo Confindustria l’ipotesi di un passaggio ciclo pedonale all’interno dell’area delle riparazioni navali (che è l’unico ostacolo fisico tra le due realtà) è incompatibile con la natura di quell’insediamento e potenzialmente pericolosa: Piano promette di avere la soluzione per creare una speciale armonia tra la zona lavorativa, quella che l’architetto definisce la ‘fabbrica del porto’, e quella turistica e viste le sue credenziali non v’è dubbio che la scelta sarà magnifica. L’ipotesi è stata condivisa con l’Autorità portuale e con palazzo Tursi e vi è già la data per la prima apertura, 19 marzo 2023.
Piano ne ha diffusamente parlato in un'intervista concessa a Mario Paternostro durante un evento organizzato per festeggiare i 30 anni del Porto Antico e trasmesso in diretta su Primocanale
Anche il presidente del Porto Antico, Mauro Ferrando (GUARDA), conversando con Maurizio Rossi a Terrazza Colombo aveva ricordato come fosse molto importante per il futuro dell’intero progetto che le due aree potessero essere messe in comunicazione.
Non è la prima volta che gli operatori della Riparazioni Navali si pongono in contrasto con le ambizioni della città di Genova: vale la pena ricordare la querelle che li aveva opposti allo Yacht Club Italiano, super eccellenza genovese, che ha rischiato di sparire proprio per le pressioni esercitate su quell’area.
Oggi ci riprovano ma il sindaco Marco Bucci, grande sostenitore del progetto, ha già risposto a mezzo stampa con la sua flemma proverbiale: “Non sono preoccupato del loro no, gli parleremo e li convinceremo”.
Per il futuro, comunque, la partita delle Riparazioni Navali andrà giocata su un piano diverso: la vicinanza di queste attività al centro abitato è davvero unica a livello internazionale. Normalmente queste aree vengono delocalizzate in zone più periferiche e dotate di particolari coperture per limitare la dispersione di agenti inquinanti e scarti di lavorazione: a Genova è storica la battaglia di diversi comitati che chiedono da anni lo spostamento dei bacini in un posto più lontano dalle case. Per questo c’è molta attesa per il nuovo Piano Regolatore Portuale, attualmente allo studio dei tecnici di Palazzo San Giorgio, che dovrà essere capace di assumere delle decisioni coraggiose anche su questo argomento.