GENOVA - Intervista di Primocanale in esclusiva con il sindaco di Genova Marco Bucci, sulle tematiche legate al porto di Genova. Un colloquio di mezz'ora in cui il primo cittadino disegna il porto del futuro, spiega il suo ruolo, tocca tutti gli aspetti legati ai prossimi anni dello scalo, dal piano regolatore portuale, ai depositi costieri alle aree ex Ilva, a soluzioni innovative per contribuire ad attenuare la crisi idrica che interessa il Paese.
Sindaco, parliamo del nuovo Piano regolatore portuale. Anche il Comune è coinvolto nella sua redazione.
“Assolutamente sì. Possiamo subito chiarire se qualunque avesse qualche eventuale dubbio: io faccio sindaco e non sono presidente dell'Autorità portuale. Un conto è il presidente del porto, un conto è il sindaco. Una cosa è invece bella, nuova, perché non so quante volte è stata fatta in passato, ma che sta succedendo in questi anni: il presidente del porto e il sindaco parlano, lavorano assieme, chiacchierano, dibattono, litigano… no, diciamo hanno idee differenti, ma poi alla fine troviamo sempre un punto di congiunzione che diventa un win win per tutti. Quindi città e porto possono stare tranquilli che lavoriamo tutti quanti assieme per gli obiettivi di win win, non dove uno vince, l'altro perde, ma dove ambedue vincono. Quindi ci sono ricadute economiche e occupazionali nella città, ovviamente. Ed è grazie al lavoro che si fa nel porto. Abbiamo più di 70.000 famiglie a Genova che lavorano, diciamo che vivono, per merito del porto e lo stesso porto beneficia di infrastrutture e investimenti che vengono dalla città e poi vengono utilizzati anche dal porto. È vero, stiamo facendo il piano regolatore, cioè l'Autorità portuale sta facendo il piano regolatore e la città interviene perché la città, anche per legge, deve intervenire. Qui però abbiamo anticipato molti lavori col criterio di fare le cose in parallelo e di lavorare in anticipo. Io ho cominciato a mettere assieme le idee, quindi noi tra qualche giorno avremo al primo master plan, che condivideremo con tutto il cluster. E però io vorrei cominciare definendo quali sono gli ambiti del porto, perché questa è una cosa assolutamente importante. Il porto sta cambiando e noi dobbiamo pensare non soltanto al porto di oggi ma al porto fra vent'anni, 25-40. De Ferrari quando ha fatto la diga l'ha fatta quanti, 130 anni fa circa? e quindi noi non voglio pensare a 130 anni, ma certamente a più di venti.
Quindi come sarà? Certamente ci sarà un'attività passeggeri passeggeri, vuol dire crociere e vuol dire traghetti. Questo è un quadro molto importante.
Vogliamo potenziare tutto. Però prima vediamo di capire cosa abbiamo bisogno di fare. Certamente c'è il piano passeggeri, crociere e traghetti, primo ambito. Poi certamente l'ambito merci varie che vuol dire anche liquidi. C'è il piano container, poi la parte costruzioni navali, cioè la parte riparazioni navali.
Dopodiché non possiamo dimenticare che nel porto abbiamo anche la parte di nautica da diporto. Non è solo costruzione e riparazioni di imbarcazioni da diporto, ma è anche ormeggio ed è anche attività di manutenzione che non è solo quella che si fa in cantiere, ma anche quella che si fa con gli accessori.
C’è un grande grande business sugli accessori, sulla natura del diporto, un aspetto che forse in passato era stato ignorato per il porto di Genova, che oggi diventa veramente importante da fonte di lavoro a tante persone, da una grande ricaduta economica. Tra l'altro rilevante sarà e lo è già stato il Porto Antico, ma anche quindi il Levante e l'accoppiata Porto Antico sarà veramente un boom.
Per quello che riguarda la nautica da diporto, che non è solo per imbarcazioni come qualcuno pensa da 150 metri, ma ci sono imbarcazioni che vanno da 5 anche 180 metri. Comunque, in ogni caso, tutta questa fetta dobbiamo fare in modo che Genova possa servirla.
E poi c'è un vero grande futuro che sono le reti, ovverosia i cavi sottomarini. Perché il porto di Genova diventa importante, perché dà ospita l'arrivo e alla partenza di questi cavi, delle informazioni digitali. Connessioni di rete in futuro ce ne saranno sempre di più.
Devono essere tutti presenti, questi ambiti, nel porto di Genova. L'obiettivo è riuscire a fare tutto e dobbiamo riuscirci se vogliamo essere il primo porto del Mediterraneo, inclusi i depositi costieri che ho messo tra le rinfuse liquide, perché è una cosa che deve essere fatta anche a Genova. Rotterdam li considera ancora il numero uno. La prima cosa che si vede sono i depositi costieri, quindi dobbiamo essere in grado di fare tutte queste cose”.
Ha toccato proprio il tema dei depositi costieri. Posso dire che è il classico esempio di laddove il porto e la città si vengono ad incrociare, a volte in modo anche molto focoso, perché sappiamo che attualmente sono a Multedo, dove sono stati osteggiati per lunghi anni dai residenti. Ora devono trasferirsi a Ponte Somalia, dove però i Sampierdarena oggi non li vogliono. E qui interviene anche il doppio gioco presidente dell'Autorità portuale- sindaco per provare forse a far capire alla cittadinanza che, come dice Signorini, alternative non ce ne sono, quindi si devono digerire?
“Non è questione di dover digerire è questione di dover capire che cosa vogliamo fare per il futuro della nostra città. Il porto serve alla città e c'è bisogno ovviamente di levare i depositi costieri dalle case. Ora sono a cinque metri dalle case e penso che tutti siano d'accordo sul fatto che debbano essere spostati, però spostati non vuol dire opzione zero, cioè cancellarli, vuol dire essere in grado di gestirli. Si può discutere su dove metterli in porto. Certamente chi riesce a trovare un'opzione migliore di quella che abbiamo trovato noi ben venga. Facciamo, diciamo, tappeti d'oro. Però purtroppo non si è trovata sin adesso.
Per cui questa è l'opzione migliore. I genovesi troveranno ancora opzioni migliori di questa? La faremo, certamente la prenderemo in considerazione”.
Adesso però andate avanti su questo?
“Ovviamente, però tra dieci anni se ce ne sarà un'altra e vedremo”.
Un altro esempio di commistione, ad esempio Porto Petroli, sempre nella zona ponente, anche questo molto vicino alle case. Ci sono stati anche degli incidenti. Qualche tempo fa ho parlato in un articolo del fatto che il sindaco magari amerebbe spostarli forse sulla diga antistante, a livello di ormeggi…
“Questa è un'opzione, è un'opzione che stiamo prendendo in considerazione, sulla diga di Prà, spostare gli ormeggi della nave, poi i prodotti con una pipeline possono arrivare alle pompe e dalle pompe con le pipeline vanno fino alla pianura padana, ovviamente quelle non si possono spostare, sono lì. Tra l'altro ce ne sono alcune non utilizzate. Abbiamo dei grandi progetti per utilizzarle per altre cose, tipo … ad esempio l'acqua.
Oggi si parla di siccità. Noi come porto
di Genova abbiamo una grande possibilità di contribuire ad alleviare la siccità utilizzando ovviamente l'acqua di mare, ma non solo l'acqua di mare. Abbiamo tutta la nostra acqua che viene messa in mare, da un'infinità di depuratori, è tantissima".
Di portarla con dei tubi verso Nord intende?
"Mischiare con acqua di mare, desalinizzare tutto (tramite un impianto che vorrei realizzare nelle aree ex Ilva di Genova) che tra l'altro sarà più facile perché ovviamente la salinità sarà inferiore, e quindi poi portare tutto al Nord. Stiamo studiando anche queste opzioni. Ricordatevi che c'è c'era l'oro giallo e si può anche vivere senza. Poi c'è l'oro nero, con l'oro nero si va in macchina, si può vivere senza, in maniera più difficile e la qualità di "vita scende. Ma sì, si può vivere senza. Poi c'è l'oro blu blu, l'acqua, si vive quattro giorni senza acqua poi si muore. Noi abbiamo un grande premio, un grande merito di avere il mare vicino a noi. Non tutte le città hanno il mare, Milano non ce l'ha ad esempio. Milano non può produrre acqua. Noi possiamo, quindi questa è una cosa che sto già facendo presente a tutti i ministri, perché anche loro ovviamente devono affrontare questo problema. Noi abbiamo questo progetto importantissimo che secondo me avrà un grosso futuro e darà a Genova una importanza, non solo di visibilità, ma anche economica. Perché riuscire a gestire l'acqua, come fanno ad esempio non soltanto gli israeliani ma anche il Sudest asiatico, è importante. Bisogna essere in grado di riuscire a fare queste cose oggigiorno".
Ma c'è un orizzonte temporale. Per ora è veramente una fase precoce?
"Ci sono orizzonti temporali molto brevi. L'impianto si fa in due anni senza problemi (nelle aree ex Ilva) però ci vuole la parte finanziaria, ma soprattutto il permesso per poter fare queste cose. Beh, qui non è solo burocrazia, è un discorso ambientale da mettere a posto".
Però si potrebbero usare delle tubature che già esistono A Multedo?
"La pipeline che abbiamo per la Pianura padana, anzi oltre la Pianura Padana, quindi si potrebbe usare benissimo e portare l'acqua lassù".
Mi diceva invece Porto Petroli Si potrebbero pensare di attracchi o sulla diga di Prà o anche dove?
“In tutte le parti che sono esterne, diciamo al molo che confina con la costa direttamente, in maniera tale da poter utilizzare quelle aree per fare altre cose”.
Anche un'isola artificiale?
“Magari basta che sia dentro al porto, le isole al di fuori del porto non valgono più”.
E in quelle aree liberate? Che cosa metterebbe, i bacini?
“Ad esempio. Un'idea è quella di mettere bacini addizionali. Ma noi non sposteremo mai i bacini da dove sono. Non li possiamo spostare perché sono, diciamo opere d'arte, nel senso che sono protetti. E poi perché non ha senso, perché lì ci sono delle attività che devono essere fatte, vanno bene. E’ chiaro che poi se c'è bisogno di spazi lo sappiamo benissimo, c’è un forte business, mi sembra che qualcuno abbia appena ottenuto una grande commessa da un miliardo. Quindi voglio dire, questa è una cosa importante per la nostra città”.
Invece per collegare Waterfront di Levante con la zona del Porto Antico?
“Quella è una cosa molto importante. Sapete che stiamo facendo questo esperimento, che non vuol dire che lo spazio sulla strada sarà quello, ma vuol dire che bisogna cominciare a dire alla gente che questi due spazi saranno collegati. È un messaggio che diamo alla città per poter dire a tutti che è importante che ci sia questa possibilità. Poi dove lo faremo? Ci sono almeno altre alternative che ora non possono essere messe in pratica, perché ovviamente ci vuole il tunnel. Però non appena avremo fatto tutto questo sarà brillantemente risolto”.
Quando si avrà il tunnel subportuale…?
“Penso che ci vorranno quattro anni e mezzo dal momento in cui partiranno i cantieri. Giugno”
Ma il progetto definitivo ancora non esiste.
“C’è ed è già il ministero”
Ma la via, valutazione di impatto ambientale della Regione dovrebbe essere tra un anno o forse otto mesi, questi sono i tempi…
“A me non risulta, questo. A giugno penso che devono partire i lavori”.
Che cosa porterà il tunnel a livello di vantaggi?
Prima di tutto l'abbattimento di CO, l'inquinamento dell'aria, perché tutto sarà filtrato al di fuori dal tunnel. Questo è il primo grande progetto, il primo grande vantaggio, il secondo grande vantaggio: faremo il parco della Lanterna, ovverosia questo ci consente di mettere una zona parco all'inizio di Sampierdarena, di cui tra l'altro è un pezzo dentro il porto. Quindi, voglio dire, è anche parte del porto. Avremo gli alberi dentro il porto. Pensate? Magari qualcuno non è contento, però una cosa bella da questo punto di vista. E poi un'altra cosa importante è che ci dà la possibilità di gestire la sopraelevata, secondo quello che vorranno i cittadini. Dibattito aperto. Ci sono molti interventi”.
Un dibattito pubblico vero e proprio? O una sorta di referendum?
“No, no, no, perché il problema non è la volete abbattere o no? Il problema è cosa ci facciamo? Perché ad esempio la via più valida che ho sentito fino adesso è quella di dividerla in tre pezzi, di cui uno abbattuto. La parte iniziale rimane sino alla villa del Principe circa, poi viene abbattuta completamente sino alla Casa del Pesce e la parte finale potrebbe essere percorsa, ad esempio da una pista ciclabile o perdonale e che unisce il Porto Antico con il waterfront. Ma non è detto questo, non è detto assolutamente. C'è qualcuno che dice di abbattere anche quella invece, di fare questo percorso esattamente sotto la sopraelevata…”
E come ci arriverete, alla decisione?
“ Si analizzano le proposte e poi si decide. Io ho fatto così per tutta la mia vita, ma soprattutto per Genova. Negli ultimi cinque anni e mezzo, si apre il dibattito, si sentono tutti. Non si esclude nessuno. Tutti hanno il diritto di fare proposte e poi l'amministrazione decide. Questo è il dibattito pubblico. Tutti possono parlare e poi si decide, abbiamo tempo perché ovviamente nessuno tocca la Sopraelevata sino a quando non è finito il tunnel completamente, perché non si può abbattere prima, se no si blocca la città”.
Della parte, invece, diciamo della nautica da diporto. Cosa può nascere a Genova?
“Genova sta diventando e lo sarà sempre più in futuro, il punto base del Mediterraneo per la nautica da diporto, dove si trovano tutte le necessità dell'armatore, non è solo l'ormeggio. Quindi ci vuole un’infrastruttura attorno al porto per poter consentire di arrivare al porto quando ce n'è bisogno. E poi ci vogliono tutti i servizi e poi ci vogliono tutti punti di riferimento delle aziende che lavorano perché sono tantissime le aziende che lavorano, dalla parte elettronica, alla parte meccanica agli alberghi, alle vele, ai motori, a tutta la parte di yacht. Diciamo che c'è molto aspetto abitativo, quindi ci sono i falegnami, quelli che fanno le poltrone, tutti quelli che fanno i divani … è come se parlassimo di case. Noi dobbiamo essere in grado di poter dare tutti i servizi”.
E la Casa della Vela?
“ Un'altra cosa che è molto positiva e di cui abbiamo avuto notizie molto recentemente è che sono state approvate le nostre richieste di finanziamento, quindi partirà alla grande il progetto della Casa della Vela che sarà dal molo di sottoflutto all'ingresso del porto di Genova, a levante. Quindi sarà una cosa bellissima, assieme alla Torre Piloti di Genova il biglietto di ingresso nel porto di Genova”.
Quando questo?
La Torre Piloti sarà finita per il nautico del 2024, la Casa della Vela pensiamo a fine 2025.
Abbiamo sì dei finanziamenti che adesso non posso dire ufficialmente. In 2 o 3 giorni vi darò tutte le notizie precise, ma questa è già una bomba”.
E la diga?
“Il porto ha bisogno della diga, questo è evidente. Non si capisce perché la città ha bisogno della diga? Questa è la domanda chiave: perché la città è stretta fra i monti e il mare, quindi la città ha bisogno di allargare la sua superficie. La diga allarga la superficie della città, ci consente di fare tombamenti, cioè di mettere la terra che leviamo dalle gallerie, dai tunnel, eccetera, di metterla in mare. E questo ci consente di avere della superficie terrestre aumentata sulla quale si fa business, sulla quale si fanno cose, si creano posti di lavoro per la città.
Sappiamo che c'è qualcuno che occupa la superficie del porto, senza dare posti di lavoro adeguati. Ma questo è un altro discorso. A Cornigliano abbiamo un'azienda che occupa tanti metri quadrati senza dare posti di lavoro stabili”.
Ma le aree ex Ilva paiono intoccabili… ce la fara?
“Niente è intoccabile a questo modo. Assolutamente sì, è uno dei miei obiettivi, ce la faremo. Quindi voglio dire che la città si allarga. Questa è una cosa importante, importantissima. Io la vedo così, ma vorrei che i genovesi la vedessero in questo modo perché è un beneficio enorme. Noi prenderemo circa dai 400 ai 700.000 metri quadrati di superficie calpestabile in più rispetto alla superficie della città di oggi. E questa è una cosa fantastica”.
Prima ha accennato alle crociere. Lei si è fatto un'idea sull'ipotesi che il terminal Sech possa spostarsi a Prà, che ha un piano di espansione, per dare più spazio a crociere e traghetti?
“Ovviamente, è una possibilità che stiamo esaminando. Certo, questo è importantissimo. Questo consentirà anche di avere spazi per i cosiddetti ro ro…”
Ad esempio quelli di Grimaldi sfrattati dai depositi costieri a ponte Somalia?
“Beh, no, non è vero che vengono sfrattati. Forse sarà ridotta un pò la superficie in concessione, ma ci saranno sempre. In questo caso però al Sech potremo fare un terminal specifico per ro-ro. Ed è una cosa molto, molto importante”.
Ma ci sta già lavorando su questo?
“Su tutto quello che ho detto stiamo lavorando, altrimenti non lo direi. Ma il fatto di dire ci stiamo lavorando a ma non piace. No? A me interessano i risultati”.
Intendo che oggi al Sech c’è un concessionario…
“Le cose cambiano, niente è scolpito nella pietra, escluso il fatto che non sposteremo le riparazioni navali, quello è scolpito!”.
Ancora un tema. Ribaltamento a mare di Fincantieri.
“Ovviamente ci stiamo già lavorando, i cantieri sono già tutti aperti. Tutto ok, escluso la linea ferroviaria. Esattamente di ieri abbiamo parlato proprio con Ferraris, di Ferrovie, abbiamo chiesto un investimento specifico per fare questo tipo di lavoro. E la buona notizia che ci ha detto Ferraris è che a fine 2024 noi potremo avere la metro-mare cioè ci sarà la possibilità di utilizzare la linea ferroviaria da Voltri a Principe, quindi anche a Brignole e poi ovviamente anche a Nervi. Vuol dire che i treni a lunga percorrenza che vengono da ponente o che devono andare a ponente da Voltri passeranno dentro in galleria e andranno a finire nelle linee del Terzo Valico, per poi scendere di nuovo a Principe senza passare dalla linea costiera. La linea costiera verrà dedicata unicamente al trasporto metropolitano e con un treno ogni 10 minuti, abbiamo già concordato questo discorso e quindi non avremo la metro mare da Voltri sino a Principe. La metro-mare non ce l’ha Milano, ce l’abbiamo solo noi, la buona notizia è che Milano dovrebbe fare la sky-metro. Ne stanno parlando. Questo ci riempie d'orgoglio”.
Non abbiamo dimenticato nulla di clamoroso sindaco sulle tematiche portuali?
“Direi che abbiamo preso in considerazione quasi tutto. Ma il presidente dell'Autorità portuale è Signorini… non sono io”.