CAMOGLI – Ne abbiamo sentito di tutti i colori nella nostra inchieste quotidiana sul caos autostrade in Liguria: i pasti che talvolta vengono serviti in ritardo all’ospedale di Rapallo perché il camion che li porta da Genova rimane in coda, le provette con gli esami da svolgere nei laboratori vicini che si “perdono” nel traffico e per fare pochi km impiegano il triplo del tempo dovuto, le Croci e le pubbliche assistenze che non possono neppure sfruttare le sirene intanto la corsia è una sola, e sono costrette a improbabili uscite notturne per i tratti chiusi per lavori, i pendolari “qualunque” che perdono ore di vita in auto-strada, i costi aggiuntivi delle aziende che viaggiano su camion e che mediamente sono stimati in un 40% in più. Ma nessun settore è salvo. Anche la cultura ha conseguenze, come ci racconta il direttore del teatro sociale di Camogli, Giuseppe Acquaviva, peraltro lui stesso vittima del caos autostrade perché ha famiglia a Livorno “ma ormai viaggio solo la notte perché altrimenti perdo un sacco di tempo” spiega malinconico.
I camion con scenografie transitano di continuo attraverso la rete ligure, arrivano addirittura dal Sud Italia a volte, e “ovviamente dobbiamo farli arrivare nella giornata stessa dello spettacolo, per una questione di costi, quindi anche loro spesso rimangono in coda e si lavora al cardiopalma – spiega Acquaviva – e vi dico pure che c’è uno spettacolo che abbiamo deciso di posticipare dalle 16 alle 18 perché se no gli attori che arrivano da Firenze rischiano di tardare: si è trattato del concerto della Klezmerata Fiorentina un quartetto di musicisti che arrivava da Firenze”. Insomma, esempi di come il caos delle autostrade condizioni pesantemente la vita di tutti.