GENOVA - Preservare il mare, sia a livello di flora che di fauna, durante i lavori della nuova diga foranea. Abbiamo incontrato Luciano Grasso, esperto della struttura commissariale che si occupa, insieme ad altri enti, degli aspetti ambientali di questa grande opera, che cambierà il volto del porto di Genova e i suoi traffici.
"Dopo l’esperienza di ponte Morandi, dove la struttura commissariale aveva un settore dedicato ad ambiente e salute, adesso ci occupiamo dei lavori del porto. Le funzioni sono le stesse, quelle di operare in sinergia con le imprese e con gli enti di vigilanza per tutelare al massimo la salute dei cittadini e dell'ecosistema. Per ora è previsto che siamo operativi fino alla fine del 2023, probabilmente potrebbe esserci una proroga ma questo non dipende da noi ma dagli organi centrali"
Veniamo alla diga, in particolare di cosa vi occupate?
"La diga è una grande opera, un’opera che al momento, a progetto approvato, è andata incontro alla valutazione di impatto ambientale che ha comportato un giudizio di ottemperanza, cioè il Ministero ha chiesto di promuovere tutte le azioni possibile per la tutela dell’ambiente. Sembra facile dirlo ma in effetti c'è un ecosistema marino importante, per cui la diga, che avrà un impatto forte indubbiamente sul mare, dovrà comportare un’attenzione all’inquinamento acustico, ambientale soprattutto, all'inquinamento marino, perché vogliamo preservare molto la flora e la fauna marina".
In quest’ambito c’è una curiosità...
"Si tratta di una cosa tecnicamente molto complessa, ci sarà un sistema ad anello con dei tubi che spariranno aria per ossigenare l’acqua, in modo da preservare anche i pesci del nostro mare, i cetacei e la flora marina, per cui credo che sia un’innovazione tecnologica importante probabilmente tra le poche che oggi sono state fatte a livello mondiale. Credo che anche su questo Genova potrà dimostrare dietro un modello per le cose che sta facendo".