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Porto e trasporti

L'obiettivo è di chiudere questa fase nei prossimi 17 mesi
2 minuti e 20 secondi di lettura
di Elisabetta Biancalani

GENOVA - Una innovativa tecnica, che prende il nome di “Wet Top Feed – Blanket Method”, e che prevede l’impiego di una sonda vibrante, il vibroflot, una sorta di ago lungo tra i 17 e i 21 metri. E' la tecnica innovativa usata per la realizzazione di 70mila colonne di ghiaia per la nuova diga di Genova. La sonda, agganciata a gru alte 40 metri e posizionate su piattaforme galleggianti, i pontoni, viene portata sul fondale marino su cui è stato precedentemente posizionato uno strato di ghiaia sufficientemente spesso per accogliere colonne di altezza di oltre 13 metri. Vibrando e mediante l’impiego di getti d’acqua e aria combinati, la sonda penetra nel terreno e crea uno spazio di forma tubolare in cui progressivamente scivola il materiale ghiaioso circostante. A mano a mano che la ghiaia scivola, la futura colonna prende forma e viene progressivamente compattata.

Nel cantiere “subacqueo” è dunque in corso una nuova importante fase di lavorazione per il consolidamento dei fondali marini. Nell’area identificata come Campo Prova 1, hanno preso forma le prime colonne di ghiaia che garantiranno stabilità al basamento su cui poggerà la futura barriera. Le colonne da realizzare sono in tutto 70.000 e correranno lungo l’intero perimetro della nuova diga. Ad oggi di colonne ne sono state già realizzate circa 100. All’interno del Campo Prova 1, nel primo mese, ne saranno realizzate circa 850, con l’obiettivo di completarle tutte entro i prossimi 17 mesi. Proseguono in parallelo a pieno ritmo anche le attività di stesa della ghiaia sul fondale marino, dove sono state già posate circa 185.000 tonnellate di materiale, mediante impiego di una nave da 3.600 tonnellate di portata e due pontoni più piccoli da circa 700 tonnellate complessive, che trasportano mediamente 3.000 tonnellate di ghiaia al giorno e che hanno già effettuato in tutto circa 90 viaggi di andata e ritorno, partendo da Piombino e Genova. 

La Nuova Diga Foranea è realizzata dal consorzio PERGENOVA BREAKWATER, guidato da Webuild in collaborazione con Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra, mentre a Rina sono affidate le attività di project management consulting. L’opera è stata commissionata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Per la realizzazione della diga, che fruirà anche di finanziamenti PNRR, si stima l’impiego di 1.000 persone, tra personale diretto e di terzi.

La Nuova Diga Foranea, il più grande intervento mai eseguito per il potenziamento della portualità italiana, è una barriera il cui compito principale sarà proteggere il porto di Genova dal moto ondoso. Opera unica nel suo genere in termini ingegneristici, nella sua configurazione finale sarà lunga 6.200 metri e andrà a sostituire la diga esistente, posizionandosi però ad una distanza dalla banchina utile a consentire l’accesso al porto anche alle moderne navi definite “Ultra large”, che oggi subiscono limitazioni per il ridotto spazio di manovra.

 

 

 

 

 

Cordiali saluti,

Elisa Maiucci

 

 

Elisa Maiucci