GENOVA - Il terrazzo fiorito che ci ospita, in una casa sul fronte mare di Pegli a Genova, si affaccia proprio sul Castelluccio, uno dei due simboli della non espansione del porto nel ponente di Genova. In base ad un accordo di qualche anno fa, scritto nero su bianco, ci sono due confini invalicabili, il Castelluccio a levante e il rio San Giuliano a ponente, a Voltri. “Ma qui, di fronte a noi - spiega Carlo Calcagno
del Comitato estremo ponente di Voltri - di fatto si sono già espansi con il dentino del sesto modulo che ospita un cantiere relativo alla nuova diga, qui verranno poi costruiti i massi in cemento armato che serviranno per l’opera, e il tutto entrerà via terra, con i camion, nello specchio acqueo ci saranno diverse bettoline e mezzi di servizio senza considerare che arriveranno anche, sulla diga di fronte a noi, i cassoni prodotti a Vado per essere più movimentati al momento opportuno. Quindi siamo a pochi metri dalle case e prevediamo che diventerà un’area e un’aria invivibile tra inquinamento dell’aria, del mare e rumori”. Insomma, il fatto che i cassoni verranno costruiti interamente a Vado non calma gli animi, non accontenta i residenti della zona.
I comitati del ponente sabato alle 10 si sono dati appuntamento alla stazione di Prà per una marcia fino a Pegli, contro questo, ma anche contro ogni espansione del porto di Prà e Sampierdarena, contro i depositi costieri a Multedo, contro i fanghi in mare, per la tutela delle spiagge del ponente e contro i cantieri della fronda. Insomma, un fronte molto ampio... (CONTINUA)