GENOVA - "Noi auspichiamo che la filiera dell'acciaio non abbandoni questo Paese e pertanto quelle aree continuano ad essere almeno parzialmente utili alla produzione di banda stagnata, banda zincata, prodotti di qualità che quello stabilimento sforna da molti decenni. Ma siamo altrettanto certi che di fronte a una produzione che non tornerà ad essere quella dei tempi eroici della dell'acciaio in Italia, c'è la possibilità di utilizzare e quindi reimpiegare anche parte di quella manodopera, che oggi è molto sotto i livelli occupazionali previsti dall'accordo di programma, in altre attività sinergiche strategiche per la città" così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti sulla situazione dell'ex Ilva. A Roma questo giovedì l'incontro con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso e l'assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti.
Il futuro della siderurgia in Italia resta al centro delle richieste dei lavoratori del settore che chiedono chiarezza. L'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia, attualmente Mittal controlla il 62% di Acciaierie Italia e un altro 32% è in mano alla società del tesoro Invitalia controllata dallo Stato. A Genova i sindacati sono scesi in piazza a Cornigliano per chiedere investimenti, il rilancio della produzione e maggiore sicurezza all'interno dello stabilimento (leggi qui). Nelle ultime ore in incidente con un treno interno allo stabilimento deragliato. L'obiettivo è arrivare alla decarbonizzazione ma per farlo servono investimenti da oltre 5,5 miliardi di euro e intanto per il 2023 erano stati annunciate 4 milioni di tonnellate ma ci si fermerà a 3 milioni. Nel 2024 il piano prevede di arrivare a 5 milioni di tonnellate, ma a queste condizioni i sindacati vedono il dato lontano da raggiungere.
I sindacati genovesi hanno lanciato un ultimatum: "O entro un anno si rilancia l'attività o siamo pronti a rivedere l'accordo di programma pur di salvare lavoro e occupazione (leggi qui). E proprio l'accordo di programma e le aree ex Ilva sono al centro del dibattito. Su quelle aree c'è l'interesse di tanti. Un accordo che prevedeva occupazione per 2500 lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano, oggi in realtà sono circa 1000 più 200 in amministrazione straordinaria. Il 20 ottobre è prevista una manifestazione a Roma. Anche una delegazione genovese partirà in direzione della Capitale per far sentire la propria voce (leggi qui).
In molti hanno già guardato con interesse a quelle aree: "Ci sono già, credo anche nelle mani di Autorità Portuale, alcune istanze che riguardano la logistica - spiega Toti -, ci sono poi aziende che ci hanno contattato per quanto riguarda la manifattura, ce ne sono altre per quanto riguarda le semi lavorazioni, ce ne sono davvero tante, credo che aree di 1.000.000 metri quadri vicine all'aeroporto e vicine all'autostrada, sul mare e fornite di banchina siano merce assolutamente pregiata per una città che ha bisogno di spazi" spiega Toti (Leggi qui).
Dall'incontro col ministro Urso è emersa ancora una volta qualche difficoltà da parte dello Stato nell'imprimere con decisione una svolta sul comparto siderurgia. Il ministro Urso ha descritto "una situazione che ancora non è definita nei suoi dettagli, c'è come è noto una trattativa con l'azionista privato circa i destini dell'azienda e soprattutto la sua permanenza nell'azionariato. C'è una riflessione del Governo alla luce dei conti pubblici e degli impegni da prendere se far crescere ulteriormente l'azionariato di quell'azienda. E poi c'è un ragionamento come sapete tutto genovese legato all'accordo di programma l'utilizzo di quelle aree è totale o parziale" conclude Toti.
-