GENOVA - Un grido di allarme forte, l'ennesimo sul tema della burocrazia: “L’export è sempre stata la locomotiva dell’economia italiana: gli studi più recenti, che indicano come rilevanti i danni economici provocati dalla burocrazia, rappresentano, dunque, un segnale d’allarme davvero preoccupante”. E’ il commento del direttore Generale di Spediporto Giampaolo Botta a proposito dello studio, basato su dati Istat e Sace 2022 e contenuti in un paper del Centro Studi Divulga, che stima in 93 miliardi di euro le perdite per mancate esportazioni causate, appunto, dalle lungaggini burocratiche.
“Ci siamo sempre confrontati – sottolinea Botta – con gravi e onerosi ritardi nel settore delle importazioni. Oggi il deficit di capacità operativa delle amministrazioni interessa anche l’export e comincia a diventare davvero pesante per le imprese che, nella snellezza delle procedure di esportazione, dovrebbero avere un elemento qualificante in termini di competitività internazionale”. Problemi che, a loro volta, rischiano di generarne altri: “Il peso della burocrazia – aggiunge Botta - degli oneri economici ad essa collegati, zavorrano le imprese italiane; è purtroppo evidente che, se si perde capacità competitiva, ne risentono i fatturati e, di conseguenza, le aziende italiane, non solo faticano a mantenere l’attuale occupazione ma anche ad immaginare nuove assunzioni”.
Intanto Spediporto è reduce da Hong Kong, dove il Presidente Andrea Giachero e il Direttore Generale Botta sono stati gli unici rappresentanti dell’economia italiana presenti ad Almac 2023, una delle più importanti rassegne mondiali della logistica.
Una scelta, quella di intervenire, in presenza, ad un evento così significativo, con oltre 15000 partecipanti, dettata dal desiderio di esplorare nuovi orizzonti, cercare nuove soluzioni per lo sviluppo della logistica e, più nel complesso, dell’economia genovese e ligure.
“Siamo tornati ad Almac – spiega il Direttore Generale di Spediporto – dopo 4 anni; abbiamo trovato una Hong Kong molto dinamica, con una gran voglia di ripartire dopo la pandemia. I dati più recenti confermano il riattivarsi dell’export verso l’Europa e l’America: un segnale confortante, che fa il paio con il fatto che gli operatori asiatici continuano a guardare con interesse all’Europa e, in particolare, all’Italia. Siamo, dunque, felici di aver presentato la nostra progettualità sui porti di Genova, Savona, il retroporto della Valpolcevera e la Green Logistic Valley”.
E i semi gettati nelle giornate dense di incontri in Estremo Oriente potrebbero dare presto frutti importanti: “Abbiamo aperto interessanti tavoli di lavoro con alcune realtà internazionali e grandi imprenditori asiatici - racconta ancora Botta – Speriamo presto di portare novità legate a questo scambio di visioni con chi opera nel mercato asiatico”.