LA SPEZIA - La dimensione subacquea è un pilastro del futuro tecnologico e La Spezia gioca un ruolo nevralgico ospitando il primo polo nazionale che raccoglie tutti i principali attori – industriali, militari e universitari - negli spazi del Centro di supporto e sperimentazione navale della Marina Militare.
“Il progetto è finanziato per partire, ma sia la Difesa che gli altri ministeri hanno intenzione di investire molto nei prossimi mesi e anni, perché il Polo nazionale della dimensione subacquea è uno dei pilastri sui quali costruire il futuro tecnologico del nostro Paese - spiega il ministro della Difesa Guido Crosetto -. Le tecnologie marine sono necessariamente duali visto che comunicazioni internet ed energia passano sui fondali. Le terre rare che sfrutteremo in futuro sono sotto il mare e dal mare arriveranno le risorse agricole per sostenere l'umanità nel futuro. Non esiste altro settore della Difesa così legato al civile”.
“Il mio compito sarà quello di presiedere il Comitato interministeriale per le politiche del mare, affinché ogni amministrazione possa dare il proprio contributo nella definizione del piano strategico per la dimensione subacquea. Manca, e non solo per l'Italia, quindi ci dovremo confrontare con l'Unione Europea. È un foglio bianco su cui scrivere le regole, le funzioni e gli spazi per diventare competitivi” aggiunge Nello Musumeci, ministro delle politiche del mare. "Ci accostiamo all'ambiente sottomarino con la sobrietà e con il rispetto – prosegue il ministro Musumeci -. Il progresso deve essere sostenibile. Sui minerali rari si gioca una partita globale e il Piano Mattei è una base su cui aprire un confronto con i Paesi africani: loro ricchi di materie prime, noi di tecnologia. L'uno ha bisogno dell'altro su un terreno di pari dignità".
Il polo, animato da una cooperazione tra Fincantieri e Leonardo, si occuperà anche di sviluppare droni che garantiscano la sorveglianza delle infrastrutture sottomarine. “Il nostro interesse è altissimo - conferma Leonardo Mariani, co-direttore generale di Leonardo –. Pensiamo di poter portare un contributo importante. Possiamo valorizzare un parco di piccole e medie imprese che spesso sono detentrici di tecnologie che, senza la capacità di industrializzazione che abbiamo noi grandi industrie, rimangono idee in cantina. La sfida è portare queste tecnologie a un livello di maturazione tale da avere effetto sull’economia”.
“Fincantieri e Leonardo sono le capo filiera, che però hanno ragione di esistere solo insieme alla filiera stessa – sottolinea Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri -. Il nostro ruolo sarà di incubare e accelerare, utilizzando la nostra capacità finanziaria, per trascinare la filiera e seguire i requisiti della Marina Militare e del mondo civile. Sarà un esercizio di ecosistema per un luogo in cui unire le forze e creare nuovi prodotti per una dimensione così italiana come quella subacquea”.