La possibile acquisizione della maggioranza di Ita Airways, la compagnia nazionale che ha preso il posto della fallita Alitalia, da parte dell’imprenditore Gianluigi Aponte, fondatore di Msc, potrebbe avere delle ricadute molto interessanti anche sull’economia genovese. Aponte ha chiesto al ministero delle Finanze novanta giorni di tempo per poter formalizzare un’offerta per la maggioranza del pacchetto azionario di Ita, incontrando la reazione molto positiva dell’azienda e degli operatori del settore. L'investimento dovrebbe riguardare il 70% del pacchetto azionario per un controvalore che si aggira tra 1,2 e 1,4 miliardi di Euro.
Sullo sfondo dell’operazione, anche se più defilato rispetto al ruolo di primattore giocato da Msc, c’è il vettore tedesco Lufthansa: a quanto emerge dalle prime dichiarazioni ufficiali del gruppo di Colonia, l’interesse della compagnia nell’operazione sarebbe lo sviluppo di una semplice partnership con il soggetto acquirente, sebbene non escluda una propria partecipazione finanziaria che porterebbe all’acquisizione di una quota di minoranza di Ita.
Per l’aeroporto di Genova, fortemente danneggiato dal Covid e per nulla aiutato dai provvedimenti governativi in materia di continuità territoriale (come scrive questa mattina sul nostro sito il Senatore Maurizio Rossi, editore di Priomocanale LEGGI QUI), l’ingresso di Aponte nel business aeronautico potrebbe rappresentare un’ottima opportunità di sviluppo.
Al momento è difficile capire quale sia il piano industriale che Msc ha in mente per Ita Airways: fonti qualificate interne alla compagnia descrivono un impegno personale del comandante Aponte, estremamente focalizzato su questa nuova iniziativa. Le linee di sviluppo sono due, entrambe integrate nell’attività della società svizzera: da una parte il traffico passeggeri diretto alle navi da crociera stanziate nel mediterraneo (Genova, La Spezia, Venezia, Civitavecchia, Palermo, tutte città dotate o prossime a importanti aeroporti) e il settore cargo, cioè il trasporto di merci per via aerea.
Sulla Liguria Msc ha numeri importanti in entrambi i settori: la Stazione marittima di Genova ha movimentato, nel 2019, l’ultimo prima della pandemia, oltre un milione di passeggeri. Costoro hanno raggiunto il capoluogo ligure soprattutto per via terrestre (auto e treno) ma la quota di spostamenti aerei, qualora il Colombo fosse meglio servito, è destinata a crescere enormemente. I crocieristi americani, in particolare, si imbarcano principalmente nei porti di Barcellona e Civitavecchia, proprio per i migliori collegamenti con gli Stati Uniti di questi scali. Se Aponte acquistasse Ita, dunque, non è escluso che possano essere attivati voli diretti, come il famoso Genova-New York che, da tempo, è il sogno nel cassetto del Sindaco Marco Bucci.
Più in generale Msc potrebbe entrare nel trasporto aereo con una certezza che gli altri operatori non hanno, quello di avere già un’ampia quota di passeggeri garantita dalla sua attività collaterale. I voli potrebbero dunque essere parzialmente riempiti da crocieristi e sarebbero quindi più facili da sostenere economicamente.
Vi è poi la parte cargo che, a Genova, è ancora poco sviluppata: “In Italia – spiega a Primocanale.it il direttore generale dell’aeroporto Cristoforo Colombo Piero Righi – il traffico cargo è molto polarizzato sugli scali di Milano Malpensa (che da solo attrae più della metà dell’intero dato nazionale, ndr), Roma Fiumicino e Bergamo, il resto è sparso sugli altri aeroporti con numeri molto più bassi. Però si tratta di un settore interessante che può avere ricadute positive per molti operatori, noi a Genova dobbiamo certamente fare il tifo per l’ingresso del comandante Aponte nel nostro ambito”.
Il trasporto cargo è un’opzione chiave per quelle merci che vengono definite ‘time sensitive’, cioè quelle che traggono vantaggio dal rapido tempo di consegna. Disporre di un aeroporto maggiormente sviluppato in questo ambito genererebbe vantaggi per un’ampia filiera: Genova è già oggi il primo scalo d’Italia, si potrebbero organizzare magazzini di smistamento delle spedizioni (al netto dell’atavico problema degli spazi) e si potrebbe costruire una migliore offerta integrata. Del resto l’investimento ipotizzato da Aponte non è un inedito: già Cma Cgm e Maersk hanno acquisito aeromobili per integrare in modo più efficace i loro network, l’operazione Ita andrebbe decisamente in quella direzione.
Ma è chiaro che con questa mossa Msc prova a ritagliarsi un ruolo decisamente più importante: un conto è mettere in portafoglio piccole flotte, un altro è acquistare la maggioranza di un’importante compagnia di bandiera e lavorare al suo piano di sviluppo. Piano che, è bene ricordarlo, appare urgentissimo: Ita ha perso in due mesi e mezzo 170 milioni di Euro, il suo giro d’affari corrisponde alla metà di quanto messo a budget, l’ingresso di un investitore solido costituirebbe un’indispensabile boccata d’ossigeno.
E se parliamo di solidità il nome di Aponte sembra scolpito nel marmo: secondo Forbes l’uomo partito da Sorrento e che dal nulla ha costruito un colosso, è il 189esimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato in 11 miliardi di dollari. Oggi ha il passaporto svizzero ma, volendolo considerare a tutti gli effetti italiano, sarebbe il terzo uomo più ricco del Paese dopo Giovanni Ferrero, proprietario dell’azienda omonima e Leonardo Delvecchio di Luxottica. A Genova ha affari per centinaia di milioni di Euro: è azionista di maggioranza della Stazione marittima, possiede il 49% del gruppo Messina ed è concessionario del nuovo terminal Bettolo.
Lunedì sarà un giorno chiave per l’operazione di acquisto, è infatti previsto il Cda di Ita Airways che prenderà in esame l’ipotesi: a quel punto dovranno essere concessi da parte del Ministero delle finanze 90 giorni di esclusiva sulla trattiva e sarà aperta la data room per la consueta due diligence. Entro il mese di maggio si saprà se Gianluigi Aponte aggiungerà questa rosa al suo gigantesco bouquet.