Vai all'articolo sul sito completo

Porto e trasporti

Discussione in consiglio comunale a Tursi sulla questione. Crucioli (Uniti per la Costituzione): "Non serve intervento di forza, bisogna prendere le distanze da Israele". Gozzi (Vince Genova): "Non vedo altra soluzione rispetto a un intervento militare"
3 minuti e 20 secondi di lettura
di Andrea Popolano

GENOVA - Discussione in consiglio comunale a Genova sulla questione del Mar Rosso. Al centro il tema di un possibile intervento di natura militare nella zona da parte delle forze Occidentali. Punti di vista diversi tra il consigliere di Uniti per Costituzione Mattia Crucioli e quello di Vince Genova Paolo Gozzi. Il porto di Genova è uno dei più danneggiati da quanto sta accadendo con i traffici mercantili costretti a cambiare rotte. 

L'APPROFONDIMENTO DI PRIMICANALE SULLA CRISI NEL MAR ROSSO - Clicca qui 

La crisi che da settimana si sta vivendo nel Mar Rosso dove si continuano a registrare attacchi contro le imbarcazioni commerciali da parte dei ribelli Houthi del gruppo armato terrorista yemenita. Dal Canale di Suez passa circa il 12% del commercio marittimo internazionale. Secondo i dati il Porto di Genova è uno dei più penalizzati dalla crisi e dagli effetti derivanti dall’allungamento dei tragitti, con la rotta tra Shanghai e Genova che sta subendo i rincari più alti.

Per il consigliere Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione: "Inviare navi da guerra non è la soluzione. Gli attacchi degli Houti in Yemen a tutte le navi mercantile occidentali dei Paesi che sostegno Israele e il genocidio in corso (nella Striscia di Gaza ndr) è motivato dal genocidio stesso. Bisogna capire qual è la causa e quale l'effetto e agire sulla causa, non serve muoversi muscolarmente inviando navi e risolvere la questione con gli attacchi ma bisogna prendere le distanze da Israele e costringerli con la diplomazia a cessare il massacro del popolo Palestinese. Mandare navi aumenterebbe l'escalation e ancora più tensioni anche al commercio internazionale".

Di parere opposto il consigliere di Vince Genova Gozzi che vede un intervento di forza come unica soluzione possibile per risolvere la crisi internazionale: "Chiediamo al governo e all'Unione europea un impegno diretto molto forte in difesa della navigazione mercantile all'interno del Mar Rosso, non vedo altra soluzione rispetto a quella di un intervento militare con l'utlizzo della forza, inevitabile nel caso di determinate dinamiche". Proprio Gozzi la settimana scorsa ha presentato un ordine fuori sacco che impegna il sindaco e la giunta comunale ad attivarsi presso il governo e il parlamento italiano ad agire per trovare una soluzione alla crisi. 

"L'Italia non si fa intimidire dalle minacce della milizia filoiraniana degli Houti che ha nel mirino mercantili occidentali nel Mar Rosso" ha spiegato pochi giorni fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Lo stesso Tajani alla Spezia per l'arrivo della Nave Vulcano con 60 profughi palestinesi ha detto che "l'operazione in mar Rosso sta partendo, l'Italia ne avrà il comando operativo. L'abbiamo fortemente voluta trovando l'immediata adesione di Francia e Germania. Dopo il perfezionamento dell'accordo politico tra ministri degli esteri c'è stato quello operativo tra ministri della difesa. Sarà presente il cacciatorpediniere Caio Duilio che si aggiungerà alle altre fregate già impegnate nelle missione anti pirateria Atalanta".

Gli Huthi sono un'organizzazione militante sciita che controlla lo Yemen settentrionale, sostenuta e finanziata dal governo dell'Iran e sarebbero appoggiati dalla Corea del Nord e della Siria. A seguito dello scoppio della guerra tra Hamas e Israele il 7 ottobre 2023, i gruppi militanti sostenuti dall'Iran in tutto il Medio Oriente, compresi gli Huthi, hanno espresso sostegno ai gruppi palestinesi e minacciato di attaccare militarmente Israele, mentre il leader degli Huthi Abdul-Malik al-Houthi ha intimato gli Stati Uniti di non intervenire minacciando ritorsioni con droni e missili.

Le navi che non passano dal Canale di Suez sono, infatti, costrette a circumnavigare l’Africa dal Capo di Buona Speranza per raggiungere i porti del Mediterraneo, con tempi di percorrenza maggiorati di 10-15 giorni e con ricadute sostanziali sui costi dei beni, dei combustibili e delle polizze assicurative. Nei primi undici mesi del 2023 sono transitati da Suez 10 milioni su complessive 44 milioni di tonnellate - pari al 22% del totale - dei traffici via mare dei porti di Genova e Savona che fanno capo all’Autorità di sistema del Mar Ligure Occidentale.