GENOVA - "Siamo abbandonati a noi stessi". Basta guardare fuori dalla finestra dell'appartamento di Roberta e suo marito, in via Ristori a Certosa, e la memoria torna ai primi giorni del 2020 quando in pochi giorni sono state rimosse da Autostrade quasi tutte le barriere fonoassorbenti che erano presenti in Liguria, dopo una incredibile scoperta degli inquirenti durante l'inchiesta sul crollo di ponte Morandi: i pannelli che costeggiavano decine di chilometri delle rete autostradale, erano state installate in maniera non corretta.
Da allora, e sono trascorsi quasi cinque anni, migliaia di persone vivono con il rumore assordante dei mezzi sulle autostrade vicino alle loro case. Finestre chiuse a ogni ora del giorno, anche d'estate, doppie finestre, appartamenti ribaltati così da avere la camera da letto il più possibile lontano dalla carreggiata, pulizie intense per rimuovere la polvere che ogni giorno si posa su davanzali, balconi e panni stesi.
Troppi gli anni ma soprattutto le date in cui le barriere sarebbero dovuto essere reinstallate poi posticipate, tanto che in alcune tratte si è parlato persino di 2028. Nove anni di attesa, di balconi chiusi in cui un tempo si facevano colazioni e grigliate dove ora non si può più neanche stendere i panni.
Chi non dorme prende psicofarmaci, chi fa turni mattutini all'alba non riesce a lavorare, c'è gente che sta male e che non può svendere e andare da qualche altra parte.
"Ma perché noi dobbiamo stare in questa situazione di pericolo, di disagio terribile - dice Roberta -. Io vivo qui da quasi 35 anni. Le barriere c'erano, erano un po' più piccole poi nel corso degli anni, sempre a seguito anche di solleciti sono state a mano a mano alzate. Con le barriere garantisco che si stava bene".
"Evidentemente trattengono anche le polveri, soprattutto il particolato quello grosso. Ma non è solo quello, io vivo con il terrore che un camion o un mezzo pesante venga giù, sfondi il guardrail e mi cada in casa".
"C'è gente che ha cambiato la disposizione della casa, ha girato gli appartamenti, ha tolto magari le camere da letto e le ha messe dall'altra parte dell'appartamento, ma non tutti lo hanno potuto fare".
"Non siamo tutelati, è proprio uno smacco. Hai fatto il ponte in due anni, giustissimo ci mancherebbe, però a un centimetro di più ci siamo noi, il quartiere. Siamo solo a 250 metri dal raccordo, siamo stati sfollati quando hanno fatto la demolizione, voglio dire siamo qua. Le barriere vanno messe, abbiamo già sofferto abbastanza".
Inoltre, c'è anche un altro discorso: quello legato alle nuove (e poche) barriere installate che secondo diversi cittadini non annullerebbero il rumore. Nel tratto della A7 che attraversa Rivarolo, i documenti del collaudo eseguito da Autostrade evidenziavano un valore di 55,1 decibel in facciata, mentre il limite diurno è posto a 50 decibel per questa tipologia di edifici.
Dopo questo dato l'assessore Giampedrone ha fatto inserire all'interno del programma annuale relativo all'anno 2024, per quanto riguarda l’inquinamento acustico, la richiesta ad Arpal di inserire tra i criteri da adottare per la programmazione dei controlli sul territorio anche la verifica acustica a seguito della collocazione o del ripristino delle barriere antirumore lungo le infrastrutture autostradali e ferroviarie, non solo per il 2024 ma anche per gli anni futuri.