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Porto e trasporti

1 minuto e 49 secondi di lettura
di r.p.

“I porti italiani hanno bisogno di tutto meno che di contrapposizioni inutili e liti fra realtà pubbliche, come l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art) e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile. Il mercato richiede al Paese regole chiare sul tema delle concessioni portuali ovvero la definizione di certezze, che si basino su una verifica dei piani di impresa e non su equiparazioni strumentali con altri tipi di concessioni come quelle autostradali che hanno caratteristiche profondamente differenti da quelle dei porti”. A intervenire, all’indomani dell’audizione del Presidente di Art, Nicola Zaccheo, su un tema che rischia di minare la credibilità del settore portuale italiano, è Luigi Merlo, Presidente di Federlogistica-Conftrasporto.

“Sono sempre stato tra i pochi sostenitori che Art dovesse svolgere una funzione anche in merito alle concessioni portuali. Purtroppo l’audizione del Presidente Zaccheo appare un’occasione persa e invece di aiutare a fare un passo in avanti rischia di alimentare la singolare quanto incomprensibile contrapposizione tra Art e il Ministero competente. Tutto sulla base di un paragone tra le concessioni autostradali e quelle portuali che non sta letteralmente in piedi per più di una ragione e non tiene conto del ruolo svolto dalle Autorità di Sistema Portuale”.

Secondo il Presidente di Federlogistica, il tema centrale oggi non è il rinnovo delle concessioni, (già nel 2015 venne da lui evidenziato il problema, ma non si risolse per diverse posizioni tra l’allora MIT, ora MEF, tant’è che negli anni a seguire furono rinnovate) ma il metodo. “Il tema, – afferma Merlo – e lo abbiamo detto più volte, è quello di un regolamento che fissi regole del gioco uniformi e che realizzi nei rapporti fra Stato e investitori privati un rapporto di certezze normative uniformi; necessità per altro dimostrata indirettamente dalla discussione in atto sulle concessioni dei balneari”.

“Quello che sarebbe necessario oggi – conclude Merlo - è un regolamento elaborato congiuntamente da Ministero e Art per omogeneizzare il sistema in essere al fine di evitare distorsioni del mercato, fissando sanzioni chiare per chi non rispetta gli impegni nei piani di impresa e fornendo certezze a chi ha effettuato investimenti importanti. Le liti tra realtà pubbliche rischiano anche di minare le fondamenta per l’attuazione del PNRR”.