GENOVA - Iniziata la discussione sul nuovo piano regolatore portuale di Genova, lo strumento che disegna la destinazione delle varee aree del porto, non necessariamente in modo uguale alla sistemazione attuale. Iniziate anche le audizioni con i vari soggetti dello scalo. Incontriamo Edoardo Monzani, amministratore delegato di Stazioni Marittime, reduce da un confronto con il presidente dello scalo Paolo Emilio Signorini. La guerra è appena scoppiata "e avrà conseguenze terrificanti anche per noi, partendo dal costo energetico che qui da noi, ad esempio, è lievita da 850mila euro e 1milione e 200mila".
"Prima di tutto aspetto la nuova diga come opera fondamentale, sono poi contento che il presidente sia intenzionato a potenziare e valorizzare al massimo il settore passeggeri, quindi crociere e traghetti, che vedono qui nel porto storico la loro collocazione naturale. Ma servono altri spazi, perchè le merci che arrivano con i traghetti passeggeri, vanno poi ad intasare i nostri piazzali creandoci problemi, dobbiamo anche movimentare i trailer, a volte usiamo calata Bettolo. L'ipotesi potrebbe essere quella, a cui sta lavorando anche l'autorità portuale e il Comune, quella di portare queste merci nelle aree inutilizzate dell'ex Ilva di Cornigliano". Aree peraltro, per cui la città chiede di liberarne il più possibile proprio da destinare ad altre attività.
E poi c'è il tema del terminal crociere numero due, quello che inizialmente si ipotizzava a calata Gadda, progetto poi abortito. Ipotesi terminal Sech per le crociere? "Non è fantascienza ma siamo realisti, come fai a dire a un terminalista che ha una concessione che se ne deve andare? Piuttosto io penso che, in un porto dove ci sono pochissimi spazi, le navi destinate all'Africa dovrebbero spostarsi a Prà, progetto di cui il Comune in passato ha discusso altre volte, doveva andarci la compagnia T Link ma poi non se ne è fatto nulla".
Sulle polemiche che soluzioni come questa potrebbero creare con altri soggetti del porto, i terminalisti, in questo caso di Psa: "Certo siamo tutti portatori di interessi contrastanti, è naturale". Servirebbero poi pennelli per accogliere le navi e si sa che a Prà quando si parla di cemento sul fronte mare si tocca un tasto dolentissimo.