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Porto e trasporti

Si cerca un corridoio per farla uscire evitando le mine in porto
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di Elisabetta Biancalani
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GENOVA - Non si agita Augusto Cosulich, presidente dell'omonimo gruppo marittimo genovese, neppure ora che la sua nave che si trova bloccata dall'inizio della guerra nel porto di Mariupol, città praticamente rasa al suolo, è stata bombardata "ma con pochi danni, una piccola breccia che però non la ha compromessa e l'equipaggio sta bene". Cosulich era rientrato dall'Ucraina la notte del 23 febbraio, poche ore prima che iniziasse l'attacco russo. "Ora stiamo cercando, tramite una petizione con le altre navi che sono in porto a Mariupol, di riuscire ad avere un lasciapassare, un corridoio umanitario dai russi in modo che la nave possa uscire dal porto che è stato minato, e andare a Monfalcone dove attendono con ansia le bramme di acciaio che arrivano dalle acciaierei di Metinvest, in Ucraina, ora inattiva anche se l'altoforno non è stato spento".

 

 

Non si preoccupa di che cosa farà la nave una volta che sarà "liberata" dal porto di Mariupol "e credo che fra qualche giorno arriverà questo momento" dice "ma si tratta di una nave versatile che potrà essere usata per tanti altri carichi" spiega. Sulla citazione di Zelenskyy "Genova come Mariupol", dice: "Sono rimasto sorpreso, non sapevo che la conoscesse, è vero, sono città molto simili".