Non sto parlando di Yacht per ricchi italiani cosa che potrebbe superficialmente non interessare a nessuno anzi ispirare, in un momento drammatico con la guerra in Ucraina, con la povertà’ che avanza e costi che esplodono far “godere” chi vive momenti difficili.
Parlo di centinaia di posti lavoro in cantieri, nei porticcioli in Liguria e in Italia che si stanno svuotando perché i grandi Yacht di armatori internazionali, che scelgono dove portare a riparare, manutenzionare le loro “barche” stanno fuggendo dall’Italia per andare in Spagna e in Francia portando ricchezza altrove.
Il motivo, che sembra senza senso, in quella che dovrebbe chiamarsi “Europa” è unicamente una interpretazione unica del nostro Paese di una sentenza della Corte Europea per un caso olandese che vieta agli equipaggi imbarcati di entrare e uscire dall’Italia. Chiederò’ nei prossimi giorni a avvocati, politici, amministratori liguri e genovesi, associazioni di categoria, sindacati di dire la loro perché non possiamo permetterci di perdere altre centinaia di posti di lavoro, di mettere in crisi un intero sistema di artigianato, da piccole a grandi attività’ che compongono questa filiera che ci riguarda molto da vicino.
E queste grandi imbarcazioni non vanno a fare lavori fuori dall’Europa portando centinaia di persone di equipaggi a vivere in Italia, vanno in Francia in Spagna dove i loro Governi hanno unicamente ignorato o differentemente interpretato questa sentenza europea.
Mi chiedo cosa stiano facendo i maggiori rappresentanti delle commissioni trasporti di Camera e Senato, i parlamentari liguri che devono difendere il nostro territorio che vive anche su questo settore tanto che siamo il più grande salone Nautico Europeo e che abbiamo porticcioli che ospitavano queste meraviglie che spesso vengono affittate per settimane a una clientela che spende molto, portando un turismo che vale più di quanto si possa immaginare. Ma mi rivolgo anche, chiedendo un commento e delle spiegazioni, ad amministratori del territorio, associazioni di categoria e sindacati.
Nessuno parla di questo tema e allora venuto a conoscenza di quello che accade apro il dibattito e guarderò chi risponde chi si impegna davvero, e a parte le parole chi risolve il problema mettendoci nelle stesse condizioni del resto d’Europa.
Non possiamo un’altra volta subire una concorrenza sleale degli altri paesi europei peraltro non per colpe loro ma per nostre interpretazioni più realiste del re così fatte unicamente dal nostro Paese, dai nostri burocrati.
Se quanto scrivo non è vero scrivetelo a me alla mail e a
Io ci metto come sempre la faccia senza alcun timore, è il mio modo di vedere la vita e di fare l’editore di Primocanale.
Il dibattito è aperto a voi la parola.
Di Maurizio Rossi
Senatore membro commissione trasporti XVII legislatura.