Vai all'articolo sul sito completo

Porto e trasporti

L'iniziativa caldeggiata da Primocanale, con il ruolo decisivo parlamentare di Raffaella Paita
1 minuto e 59 secondi di lettura
di r.p.

È stata approvata dal Parlamento, lo scorso 20 maggio 2022, la norma che prevede il rilascio del visto di soggiorno per motivi di lavoro anche ai marittimi extra-UE che imbarcano in Italia su navi straniere che già si trovano nelle nostre acque per attività crocieristiche e di charter o per essere sottoposte a lavori di riparazione/manutenzione presso i nostri cantieri e le nostre marine (art. 13-ter L. 51 del 20/05/2022). Un provvedimento vivamente caldeggiato da Primocanale (leggi qui) e che aveva visto, in sede parlamentare, in prima linea la presidente della Commissione Trasporti della Camera Raffaella Paita (nella foto) ad attivarsi per l'approvazione.

“Il visto di soggiorno introdotto dalla nuova norma serve per tamponare, ma non per superare, l’emergenza che si è creata nel nostro settore – ha dichiarato Giovanni Costaguta, presidente di Genova For Yachting - a causa del massiccio abbandono dell’Italia da parte degli armatori stranieri quale conseguenza dell’interpretazione adottata a luglio del 2021 dall’Italia (ma non uniformemente dagli altri Paesi europei) della sentenza della CG UE, che di fatto limita la permanenza in area Schengen di tali marittimi a soli 90 giorni.”

La norma - contenuta nell’emendamento del DL Ucraina (del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21) convertito in legge dal Parlamento lo scorso 20 maggio (legge n.51 del 20 maggio 2022) - è frutto di un’azione coordinata, condotta per molti mesi dalle associazioni di categoria interessate (Assarmatori, Confindustria Nautica, Confitarma e Federagenti) e supportata trasversalmente da gran parte delle forze politiche, oltreché, in particolare, dalle Istituzioni liguri e genovesi che hanno saputo cogliere l’estrema rilevanza della questione.

“Ringraziamo, a cominciare dagli estensori, tutti gli esponenti politici e le autorità che ci hanno ascoltato e sostenuto fin da quando, a novembre 2021, abbiamo segnalato per primi la situazione. Restiamo però convinti dell’assoluta necessità di risolvere il problema alla radice, il che sarà possibile solo attraverso una nuova e corretta interpretazione, anzitutto in sede italiana ma auspicabilmente anche in sede europea, della sentenza della CG UE che ha dato origine al tutto. – ha continuato Costaguta.”

“Chiediamo quindi a tutti di continuare a lavorare al nostro fianco con l’obiettivo finale di ripristinare il previgente regime di libera circolazione, beninteso con l’introduzione mirata e non indiscriminata delle cautele indicate dalla Corte. Solo in questo modo – ha concluso Costaguta – sarà possibile eliminare il perdurante svantaggio competitivo a danno dell’Italia senza pregiudicare in alcun modo le esigenze di controllo dell’immigrazione apprestate dal Codice Schengen.”